Si chiama «progetto di potenziamento» e prevede incentivi per i lavoratori degli uffici del Comune di Catania che si occupano delle tasse. A 75 di loro spettano extra pari al 25 per cento degli incassi arrivati dalla riscossione dell'Imu nel 2013. Chi se li è aggiudicati è informazione che non è stata resa nota. Sebbene sia stata richiesta dall'associazione Codici. Che ieri sera si è vista recapitare come risposta un elenco pieno di «Omissis»
Tributi, bonus da 764mila euro ai comunali «Mancano i nomi dei dipendenti beneficiari»
Sono stati assegnati 764mila 607,81 euro a mo’ di incentivi. Il Comune di Catania ha stabilito di darli ai dipendenti dell’ufficio Tributi e corrispondono al 25 per cento degli incassi ottenuti dalla riscossione dell’Imu nel 2013. Ma i nomi degli impiegati etnei ai quali spetta il ricco bonus non sono stati pubblicati. E, sebbene l’associazione dei consumatori Codici li abbia richiesti per ben due volte, la risposta è arrivata ieri, all’ultimo momento utile. In più, solo parziale: un lungo elenco di compensi e fasce di retribuzione. Al posto di nomi e cognomi, però, una sfilza di «Omissis». Chi sarà a guadagnare 573,24 euro in più non è dato saperlo, e neanche chi inizierà con 4mila 300 euro extra. Cifre che sono solo il primo blocco di quattro «incoraggiamenti» economici totali. E che Codici intende impugnare davanti al tribunale amministrativo regionale.
Il progetto di «potenziamento dell’ufficio Tributi nell’anno 2014» è stato emesso il 20 marzo e, quattro mesi dopo, un provvedimento della ragioneria generale di Palazzo degli elefanti stabiliva l’inizio della liquidazione, per una spesa complessiva di 154mila 300,70 euro. Un premio di produzione ambitissimo, diviso tra 75 lavoratori comunali. «Ci siamo accorti che nel provvedimento si parlava di alcuni allegati: un verbale di una riunione coi sindacati e l’elenco completo dei beneficiari del bonus racconta Manfredi Zammataro, rappresentante dell’associazione ed ex consigliere comunale Ma entrambi non erano presenti». Così, il 5 agosto, hanno formulato una richiesta di accesso civico, «diversa dall’accesso agli atti perché coinvolge le associazioni e afferma il loro ruolo di vigilanza». Trenta giorni dopo dal Comune non era arrivata nessuna risposta. Così hanno fatto ricorso al dirigente del Servizio entrate, Francesco Gullotta: «Avevano 15 giorni per rispondere, lo hanno fatto ieri sera, quando il termine stava per scadere», afferma Zammataro.
«Aperta l’email, abbiamo avuto la sorpresa: un elenco senza nomi, del tutto inutile ai fini del controllo e per nulla trasparente prosegue il fu consigliere Hanno svilito il ruolo di controllo delle associazioni dei cittadini, su un provvedimento che riguarda i nostri soldi. È un incentivo basato sul 25 per cento del gettito della vecchia Ici, significa che lo hanno pagato un catanese su quattro». E sebbene si tratti di una cifra sostanziosa quasi 800mila euro «non sappiamo nulla di questa determina. La trasparenza non può essere solo dichiarata, deve essere praticata». La privacy, in questo caso, non c’entra: «Abbiamo controllato provvedimenti dello stesso tipo dice Zammataro, carte alla mano I nomi vengono sempre riportati. Perché in questo caso no?».
La risposta di Codici non tarderà ad arrivare: «Intanto faremo una nuova richiesta di accesso agli atti, stavolta entrando anche nel merito di questo progetto di potenziamento di cui non si sa nulla», spiega Mario Campione, referente per Catania dell’associazione. E Manfredi Zammataro annuncia: «Abbiamo preparato un ricorso al Tar, poiché questo provvedimento, così com’è stato pubblicato, a nostro avviso è illegittimo». Inoltre, hanno preparato un esposto da presentare al commissario nazionale per la Trasparenza e l’Anticorruzione, Raffaele Cantone, chiedendogli un’udienza: «Siamo intenzionati ad arrivare fino a Roma, con questa storia».