Nel processo che vede alla sbarra Nino Pulvirenti, parla Francesco Baranca, segretario della federazione che si occupa di analizzare l'andamento del betting nel calcio. «Le partite combinate lasciano una traccia indelebile», dice in aula durante la testimonianza
Treni del gol, flussi anomali di scommesse sul Catania FederBet: «Sconcertati dalla precisione delle puntate»
«Le partite di calcio combinate lasciano una traccia indelebile che è la modifica dell’andamento delle quote su cui scommettere». Parte da questa considerazione generale l’avvocato Francesco Baranca per cercare di spiegare il flusso di giocate durante alcune partite sospette del Calcio Catania. Incontri risalenti al 2015, durante la stagione in cui la squadra etnea militava nel campionato di serie B, poi finiti al centro dell’inchiesta I treni del gol e del processo che ne è scaturito. Alla sbarra ci sono l’ex presidente, e attuale proprietario, del Calcio Catania Nino Pulvirenti, l’ex amministratore delegato Pablo Cosentino, Fernando Arbotti, Piero Di Luzio, Giovanni Impellizzeri, l’ex direttore sportivo Gianluca Delli Carri e Fabrizio Milozzi.
Oggi l’ultimo appuntamento in aula del 2019 con la testimonianza dell’ex responsabile area legale del colosso SKS365 e attuale segretario generale di FederBet, la federazione indipendente con sede in Belgio che si occupa da diversi anni di monitorare l’andamento delle scommesse nel calcio mondiale. «Il nostro ruolo – spiega alla corte presieduta da Roberto Passalacqua – è quello di garantire l’integrità delle competizioni. E tra i nostri maggiori successi ci sono alcune segnalazioni che hanno dato il via alle inchieste giudiziarie sulla Pro Patria e sullo stesso Catania, oltre a quelle riguardanti alcune partite truccate in Spagna».
Tra i tanti incontri nel mirino di FederBet finisce la partita Varese-Catania, giocata ad aprile 2015 e conclusa con la vittoria degli etnei per 0-3. «Le quotazioni sulla vittoria degli ospiti si abbassarono in modo assolutamente anomalo, in una partita senza particolari assenze in campo». Il protocollo a questo punto, anche in virtù di contratto che legava FederBet proprio al Varese, prevedeva la chiamata in causa della società. «Ho avvertito il direttore sportivo – continua Barranca – che poi ha agito in autotutela facendo presente la situazione ai suoi giocatori. La cosa assurda fu che subito dopo la quota tornò ad essere normale ma della vicenda informammo anche la procura di Busto Arsizio».
Stando ai parametri di FederBet in quella partita si toccò il massimo grado del livello d’allerta. «Cinque punti su cinque – continua il testimone – con un calo della quota, nei tre giorni precedenti alla partita, del 165 per cento. Insomma il Catania si era trasformato nel Real Madrid e la quota dava certezza della vittoria degli etnei». Quella con il Varese non è però l’unica partita finita nel mirino. Per l’incontro Catania-Trapani il segretario di FederBet ricorda di «anomalie eclatanti che andavano ogni oltre parametro di rischio». In quella partita gli scommettitori «bombardano» di puntate la vittoria del Catania, il gol di entrambe le squadre e la fine del primo tempo con il Trapani in vantaggio. Tre scenari che, come per magia, si realizzano. «Erano ipotesi talmente specifiche – precisa Barranca – che ci lasciarono letteralmente sconcertati. C’erano richieste di giocate così elevate che alcuni bookmaker dovettero rifiutarle. Insomma c’era una sorta di pandemia della scommessa».
In quella stagione maledetta, quando il Catania si salva all’ultima giornata contro il Carpi ma viene retrocesso in Lega Pro dal tribunale della Figc, nei confronti di alcune partite dei rossazzurri le puntate sarebbero avvenute in modo seriale, seguendo uno schema preciso. «Prima si giocava nel circuito dei Monopoli di Stato – spiega Barranca – e solo successivamente si puntava su quello asiatico. Che è più difficile da raggiungere anche perché non ci si può recare fisicamente a Singapore». Durante la testimonianza, sollecitato dalle domande del magistrato Alessandro Sorrentino, Barranca cita altri tre incontri: ossia quelli disputati nella partita di ritorno contro il Trapani, il 16 maggio 2015 contro il Cittadella e infine lo scontro con il Livorno. «Contro il Cittadella per la prima volta il trend delle scommesse privilegiava gli ospiti. Ma a pochi minuti dall’inizio della partita si assiste a una sproporzione di giocate sulla quota X2 e un numero di gol superiori a 3,5». Alla fine la partita si chiude, nonostante lo 0-0 del primo tempo, con una rocambolesca vittoria del Catania per 3-2.