«Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni ma di avvertimento in aria». È questa la replica del portavoce della marina libica secondo cui i mezzi avrebbero sconfinato in acque territoriali della Libia. In realtà, si trovavano in una zona ad alto rischio
Tre pescherecci mitragliati da motovedetta militare libica Il comandante dell’Aliseo Giuseppe Giacalone è stato ferito
Tre pescherecci italiani sono stati mitragliati da una motovedetta militare libica mentre erano impregnati in battute di pesca al largo delle coste di Bengasi. I colpi d’arma da fuoco hanno raggiunto anche l’Aliseo, della flotta di Mazara del Vallo, e ferito il comandante Giuseppe Giacalone. «Non ci sono stati colpi esplosi contro imbarcazioni – ha smentito il commodoro Masoud Ibrahim Abdelsamad, portavoce della marina – ma colpi di avvertimento in aria» per fermare le imbarcazioni da pesca che avrebbero sconfinato in acque territoriali libiche. Al momento, non sono stati forniti ulteriori dettagli su quanto accaduto e non si conoscono nemmeno le condizioni del comandante ferito.
«Quando i pescherecci arrivano, la nostra guardia costiera prova a fermarli», ha aggiunto il portavoce. «C’erano quattro o cinque pescherecci nelle acque territoriali libiche senza alcun permesso da parte del governo libico», ha riferito ancora il portavoce. «La nostra guardia costiera, fra le sue funzioni, ha quella del controllo della pesca», ha ricordato. I tre pescherecci italiani si trovavano in una zona definita ad alto rischio. Così ha ricostruito la marina militare che sta ancora operando nella zona – 35 miglia a nord della costa di Al Khums – e che è intervenuta con la fregata Libeccio. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini è aggiornato sugli sviluppi della situazione.