La storia è quella di Carmelo, rientrato in città dopo un periodo lavorativo trascorso a Milano. Nel mirino dei ladri sono finiti la sua vespa, la moto e la macchina. Mezzi rubati in alcune tra le vie principali di Catania e addirittura dentro la sua abitazione: «Cosa stiamo facendo per dare sviluppo a questo territorio?», si chiede
Tre furti in tre mesi, imprenditore scrive alle autorità «Responsabilità è sempre di chi guida e amministra»
Una vespa, una moto e una macchina. Sono i tre mezzi che sono stati rubati, in altrettanti mesi, a Carmelo. Imprenditore di 35 anni nato e cresciuto a Catania, trasferitosi a Milano per lavoro e da alcuni anni rientrato ai piedi dell’Etna con «la voglia di investire nella mia terra». Un ritorno dolce e allo stesso tempo amaro, come la situazione della sua città, che nel tempo è cambiata. Il primo mezzo, una vespa, gli viene sottratta in pieno giorno in corso Italia. Il secondo, una moto Ducati acquistata dopo il primo episodio, direttamente dentro il cortile di casa e il terzo, una macchina Alfa Romeo, mentre era parcheggiata nella strada sotto il balcone del suo ufficio in via Rocca Romana. Fatti che oggi vengono resi pubblici attraverso una lettera che la vittima ha deciso di scrivere e indirizzare al questore Marcello Cardona e al sindaco Enzo Bianco, «perché la responsabilità è sempre di chi guida, di chi allena, di chi amministra», scrive.
Carmelo, dopo un periodo trascorso a Milano come ingegnere informatico e responsabile del marketing di un’azienda telefonica, a Catania investe in un progetto di start up. Quello di un tour operator online, nato con una squadra di altri tre ragazzi under 40. Idee innovative, nate con la consapevolezza di riprendere contatto con una realtà diversa rispetto a quella lombarda: «Ho visto la disorganizzazione della vita pubblica, le prospettive ristrette per le persone, il relativo rispetto delle regole», mette nero su bianco in uno dei passaggi della missiva. Per l’imprenditore non si tratta di demagogia, «anche perché la realtà la conoscevo già da prima – spiega – ma al mio ritorno è stato peggio». Lamenti, come li definisce lui stesso, che potrebbero continuare in un elenco infinito. Così come gli insulti, che potrebbe destinare ai malviventi che gli hanno rubato i suoi tre mezzi. Carmelo, tuttavia, preferisce rivolgersi alle autorità con una serie di interrogativi.
«Cosa stiamo facendo per assicurare un futuro legale a tutti quei giovani che delinquono? Come stiamo lavorando per creare sviluppo per questo territorio e per creare occasioni di crescita per i lavori leciti?». Tra i punti finisce anche la nuova Città metropolitana, ente guidato proprio da Bianco che sostituirà le decadute province: «Come vogliamo spendere le risorse destinate all’inclusione sociale?». Quesiti ai quali potranno rispondere soltanto i diretti interessati.