Trasferimenti dello Stato alla Sicilia? Presidente, ma che dice…

Egregio direttore,

le faccio notare che il vostro giornale, nei giorni scorsi, ha accennato appena allo ‘scivolone’ del presidente della Regione, Rosario Crocetta, sull’Irpef. Dopo aver approvato in Giunta l’aumento dell’Irpef per pagare le imprese, il governatore ci ha ripensato dicendo, nel corso di una conferenza stampa di due giorni fa, che non è il caso di aumentare l’Irpef. Preferiamo, ha detto il presidente Crocetta, che lo Stato riduca i trasferimenti alla Sicilia, piuttosto che aumentare l’Irpef.

Rosario Crocetta, foto di Gabriele Bonafede

Come avete fatto notare giustamente voi – però, a mio avviso, in modo molto sommesso – lo Stato non trasferisce nulla alla Regione. I trasferimenti dello Stato, semmai, riguardano le Province e i Comuni, non la Regione.

Voi questo l’avete segnalato: ma la segnalazione andava fatta in modo molto più pesante, sottolineando il fatto che un presidente della Regione siciliana non può non sapere che lo Stato non trasferisce alcunché alla Sicilia!

Lettera firmata

Se è per questo, il presidente Crocetta non solo ha detto che, al posto dell’aumento dell’Irpef, preferisce che lo Stato trasferisca meno soldi alla Regione, ma ha aggiunto: “Faremo un po’ di spending review”.

Purtroppo lei ha ragione: siamo governati da un presidente della Regione che non sa nemmeno che lo Stato non trasferisce risorse finanziarie alla stessa Regione. Perché non abbiamo enfatizzato questo particolare? Perché se dovessimo enfatizzare tutto quello che vediamo e che sentiamo, beh, dovremmo fare un giornale tutto imperniato su questi fatti.

In meno di un mese abbiamo scoperto che il Commissario dell’Aran, proposito del dirigenti ‘esterni’ all’amministrazione regionale, rilascia un parere su se stesso e sui suoi parenti: che l’ex Capo della Segreteria Tecnica della presidenza della Regione ‘nuotava’ negli incarichi: che nelle nuove norme di accreditamento per gli Enti di formazione professionale vengono inseriti passaggi incostituzionali: che un assessorato della Regione cambia sede non assicurandosi nemmeno che nella nuova sede siano garantiti telefoni e collegamento internet: che l’Irsap va avanti con atti illegittimi: che la Regione siciliana sta ignorando il decreto legislativo n. 39 di quest’anno, procedendo con decine, forse centinaia di nomine illegittime e via continuando con strafalcioni incredibili.

Che dire? Che ogni comunità si merita i governanti che ha. E’ evidente che la Sicilia e i siciliani si meritano Crocetta e la sua Giunta.

Noi – come tanti siciliani – pensavamo che con la Giunta di Raffaele Lombardo la Regione siciliana avesse toccato il punto più basso della propria storia. Ci sbagliavamo. Almeno il Governo Lombardo – che noi abbiamo sempre criticato – aveva una mente giuridica. Il Governo Crocetta non ha nemmeno questa: da qui i continui strafalcioni, come quello che segnala lei.

E dire che, per eleggere Crocetta, ci sono voluti i voti sottobanco di Raffaele Lombardo e di Pino Firrarello, la candidatura di Gianfranco Miccichè per togliere voti a Nello Musumeci, i voti di Francantonio Genovese a Messina e perfino la sceneggiata per fare ritirare Claudio Fava. Nonostante tutte questo, è stato eletto per una manciata di voti.

Non ci piace rivangare il passato e scrivere la storia con i “se”. Ma non possiamo dimenticare che Claudio Fava, in pochissimo tempo, era entrato nella mente e nei cuori di tanti siciliani. Senza quell’incidente stupido le cose sarebbero andate diversamente. Di certo avrebbe preso più voti di Crocetta. Avrebbe vinto? Chi lo sa.

Ricordiamo, però, che ‘qualcuno’ ha convinto i dirigenti del Pd siciliano che Fava non sarebbe stato controllabile. Mentre Crocetta, sì.

Il risultato è che Crocetta è nelle mani di Beppe Lumia e di Confindustria Sicilia. Con il Pd siciliano che, almeno fino ad oggi, non è riuscito non a condizionarlo, ma nemmeno a farlo ragionare.

Così ci ritroviamo con un presidente della Regione che non sa nemmeno che lo Stato non trasferisce risorse finanziarie alla Regione siciliana ma, al contrario, trattiene i nostri soldi nelle proprie ‘casse’ (grazie al fatto che riscuote le nostre imposte), come ha fatto quest’anno prelevando 914 milioni di euro dal nostro Bilancio.

Nelle mani di chi siamo finiti? E’ una domanda che ci poniamo ogni giorno.

 


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