Tra i pazienti che hanno ricevuto l'organo anche uno non affetto dalla stessa patologia. I casi di utilizzo di organi prelevati da persone con Hcv conclamata e utilizzati su persone che non hanno questa malattia sono estremamente rari
Trapianti di fegato da donatori con epatite C All’Ismett sono riusciti tre interventi chirurgici
Eseguiti all’Ismett di Palermo tre trapianti di fegato con organi provenienti da donatori positivi al virus dell’epatite C (Hcv) e ‘sede di iniziale danno cronico’. A ricevere il fegato anche un paziente non affetto da epatite C. Le operazioni sono state possibili grazie alla disponibilità di nuovi farmaci antivirali ad azione diretta, che consentono di curare farmacologicamente l’infezione da virus C dell’epatite, con percentuali di successo superiori al 95 per cento. La possibilità di utilizzare questo tipo di organi è particolarmente importante perché aiuta a contrastare la carenza di disponibilità.
I casi di utilizzo di organi prelevati da persone con Hcv conclamata e utilizzati su pazienti che non presentano questa patologia sono estremamente rari. Negli Stati Uniti, per esempio, queste operazioni sono state eseguite per la prima volta solo quest’anno presso un centro trapianti dello stato dello Utah.
«Negli anni passati – spiega Salvatore Gruttadauria, direttore del dipartimento per lo Studio e la cura delle Patologie addominali e dei Trapianti addominali di Ismett – presso il nostro centro erano già stati eseguiti trapianto di fegato utilizzando organi prelevati da donatori con Hcv. Ma nei casi precedenti a quest’ultima serie di interventi, non erano ancora presenti segni di malattia nel fegato e i riceventi erano tutti affetti da epatite C».
«L’utilizzo di questi organi considerati fino a qualche anno fa non idonei al trapianto – commenta Angelo Luca, direttore dell’Ismett – rappresenta un’ulteriore ed importante arma per combattere la carenza di donatori d’organo, consentendo così la possibilità di ridurre ulteriormente la mortalità in lista d’attesa».