La Dia di Trapani ha chiesto e ottenuto il congelamento di parte del patrimonio di Carmelo Gagliano, amministratore della Afm autofrigo Marsala. L'uomo avrebbe portato avanti gli interessi di Ignazio Miceli, oggi deceduto. Della cooperativa in passato si è interessata anche la Dda di Napoli, in un'inchiesta sul mercato di Fondi
Trapani, confisca ad autotrasportatore marsalese Prestanome su coop infiltrata da mafia e camorra
La sua società di trasporti avrebbe beneficiato dei vantaggi derivanti da un accordo tra camorra e Cosa nostra. La cooperativa su cui si sarebbero incrociati gli interessi da una parte del clan dei casalesi e dall’altra della mafia trapanese facente capo a Gaetano Riina, il fratello di Totò, è l’Afm autofrigo Marsala.
Su di essa ha indagato in passato la direzione distrettuale antimafia di Napoli, in merito alla spartizione degli affari nella grande distribuzione nel mercato di Fondi, in provincia di Latina. Oggi la Dia di Trapani ha confiscato parte il patrimonio di Carmelo Gagliano, 50 anni marsalese, ritenuto prestanome della società. Gagliano, che di fatto risulta amministratore dell’Afm, avrebbe coperto la vera guida della cooperativa: l’esponente mafioso Ignazio Miceli, oggi deceduto.
La confisca, che arriva dopo quella a Miceli, attuata dopo la morte, riguarda un patrimonio immobiliare e societario del valore di oltre un milione e 800mila euro. A coordinare le indagini è stato il procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Bernardo Petralia. Nei confronti di Gagliano è stato disposto anche un provvedimento di sorveglianza speciale, con obbligo di soggiorno, per la durata di tre anni. Confiscati anche terreni, fabbricati, capitale sociale e compendio aziendale della società Lgf trasporti srl.