I granata troveranno i liguri nella gara valevole per la finale. La serie A è sempre più vicina, ma c’è chi predica cautela: «Adesso resettiamo tutto, i playoff sono un altro campionato»
Trapani, attesa per playoff. «Prendiamoci il sogno» In semifinale lo Spezia che ha battuto il Cesena
Dopo 42 interminabili giornate di campionato, il Trapani può festeggiare il terzo posto finale nella classifica di serie B 2015/2016. Un traguardo che, fino a qualche anno fa, avrebbe garantito la promozione diretta in serie A e che invece oggi comporta la partecipazione ai playoff con il vantaggio del miglior piazzamento rispetto alle altre cinque squadre qualificate. La vittoria per 1-2 a Bari ha consentito ai granata di terminare la stagione dietro Cagliari e Crotone, approfittando anche del contemporaneo pari interno del Pescara contro il Latina. Un risultato storico per la squadra siciliana, il migliore nei 111 anni del club che mai, prima d’ora, aveva raggiunto traguardi così importanti. Di soddisfazioni il Trapani se n’è tolte tante in questi anni, come testimoniato dalla scalata che ha portato la squadra dall’Eccellenza alla serie cadetta. Un’ascensione che non si è mai arrestata, tantomeno quest’anno con una striscia impressionante di 16 risultati utili di fila con il record eguagliato di vittorie consecutive in serie B, otto come la Juventus, il Torino e il Verona. In semifinale, intanto, il Trapani attende lo Spezia, che ha battuto a Cesena i padroni di casa per 2 a 1.
Inutile dire che l’entusiasmo dei tifosi è alle stelle: i supporter di fede granata, infatti, hanno voluto aspettare i protagonisti per festeggiarli e incitarli in vista dei playoff. La gara del San Nicola è stata l’ennesima testimonianza che la squadra di Cosmi non ha la pancia piena, non si accontenta mai e punta sempre al massimo. «ll Trapani con una prova gagliarda batte il Bari – esordisce Marcello –. I presunti raccomandati non hanno favori arbitrali oggi, anzi… Ecco la ruota gira e adesso nominare la A non è un sogno». Sulla stessa lunghezza d’onda, ecco il pensiero di Alberto, che la gara l’ha vista dal vivo: «Ragazzi, sono senza voce, partita stupenda stanco di felicità e ne è valsa la pena fare tutta questa strada per godere così tanto». Giacomo parla di «partita perfetta» e anche Caterina la pensa allo stesso modo: «Trapani terzo, forza ragazzi: anche stasera abbiamo giocato un’ottima partita».
Le sorti della squadra granata sono anche seguite da chi non sta più in Sicilia, ma ad esempio in America: «Forza Trapani da New York», scrive Vito, a testimonianza di quanto di straordinario abbia fatto questo gruppo. Enzo, invece, vuole togliersi qualche sassolino dalle scarpe: «Adesso ecco tutti gli ex vittimisti sul carro dei vincitori». «Trapani non è più un sogno – commenta Francesco – ma una splendida realtà». E mentre Ciccio ammette di «piangere di gioia», Giuseppe non è poi così stupito e ricorda la promessa del capitano Morace risalente a qualche stagione fa: «Amici tifosi, il presidente aveva detto che in tre anni avrebbe portato il Trapani in serie A». Il traguardo, in effetti, non è poi così lontano e in città non si fa che festeggiare, anche se in previsione di questo inatteso finale di stagione, Tony invita tutti a mantenere i piedi per terra: «Stagione favolosa, adesso resettiamo tutto: d’altronde i playoff sono un altro campionato».
Per uno che cerca di mantenere la calma, però, ecco tanti altri che spronano i granata a raggiungere l’obiettivo: «Andiamoci a prendere questo sogno – incita Antonino –, sono fiero di essere trapanese». Rino non ha dubbi: «Grandissimi ragazzi, sono orgoglioso della mia squadra». La gara col Bari, per certi versi, è stata decisa da un rigore che a essere onesti non c’era, con il fallo di Donkor su Rizzato che in realtà era avvenuto fuori area. Giovanni però tiene a precisare: «Non dimentichiamo i torti subiti, partita col Cagliari su tutti, quindi se ogni tanto un episodio dubbio è a nostro favore ben venga». «Alla fine ci siamo ripresi la posizione che meritavamo – afferma Michele –, il dio del calcio esiste!». Il dubbio di Matilde, invece, è uno soltanto: «Petkovic volerà via, ma mi chiedo: se il nostro grande presidente è in grado di portare la squadra in A, perché non riesce a tenere Bruno?». Un pensiero alla volta però, intanto i granata possono sognare in grande: la serie A, in fondo, dista soltanto quattro partite.