Saracinesche abbassate in segno di rispetto per il lutto cittadino, ma anche per Giuseppe Giordano, il capofamiglia sopravvissuto all'esondazione, che gestisce un'attività in via Lascaris. I feretri sono arrivati alla cattedrale di Palermo scortati da una folla di gente che ha voluto fare sentire la propria vicinanza alle vittime
Tragedia Casteldaccia, negozi chiusi durante corteo funebre «Conoscevamo tutta la famiglia, è stato un dolore straziante»
È il giorno del dolore e del lutto cittadino. Il tiepido sole non è riuscito a spazzare la tristezza per una tragedia che ha unito Casteldaccia a Palermo ma la nazione intera. La prima saracinesca abbassata è quella del negozio di via Lascaris, Cirino moto, gestito dal sopravvissuto Giuseppe Giordano. A pochi passi nell’attesa dei feretri accompagnati dalla banda musicale la compostezza dei residenti di via Imera. «Conoscevo Giuseppe e tutta la sua famiglia – racconta Giovanni Cappello, titolare insieme al padre dell’omonima pasticceria – un dolore straziante. In segno di lutto abbiamo deciso insieme a tutti i dipendenti di abbassare la saracinesca».
A scortare le salme un’auto della polizia municipale e due motociclisti. Ai bordi delle strade curiosi e residenti. «Ancora non posso crederci – racconta una donna – io non solo conoscevo tutta la famiglia Giordano ma mio figlio era compagno di Federico (morto nel tentativo di salvare la sorellina Rachele di appena un anno ndr). Credo che non ci siano parole per questo». L’auto grigia con le salme si è spostata lentamente per raggiungere la cattedrale muovendosi in un perimetro da ieri delimitato dalla Municipale e che ha chiuso la zona da corso Vittorio Emanuele ai Quattro Canti. «In segno di solidarietà i commercianti dell’associazione Cassaro Alto – racconta il presidente Giovanna Analdi – hanno deciso di chiudere momentaneamente le attività anche nel rispetto del lutto cittadino».
Davanti la cattedrale la preside dell’istituto Enrico Meli, che ha deciso di partecipare alla celebrazione. «L’ Istituto ha sentito la necessità di essere qui spontaneamente – racconta il dirigente scolastico Giovanna Battaglia – a scuola sono rimasti solo un centinaio di ragazzi. Molti di loro hanno chiesto di accompagnare il feretro da piazza Ingastone». Un’ atmosfera surreale segnata dai fiori all’ ingresso del portale e dal suono delle campane.