Torre biologica, Unict ottiene il collaudo Lavori edili finiti, al via il completamento

A 24 ore dalla scadenza, ma il collaudo c’è. I 31 milioni di euro anticipati dall’università di Catania per la costruzione della Torre biologica – il complesso di quattro edifici in via Santa Sofia che ospiterà diversi dipartimenti di Unict – sono in salvo. «I collaudatori hanno depositato il certificato il 29 maggio», assicura Pierluigi Barbera, l’ingegnere responsabile di questa ultima fase dei lavori. Il termine fissato dal ministero dell’Istruzione era per il 30 maggio, pena la perdita dei finanziamenti disposti dal Progetto di potenziamento strutturale Brit (Bio-nanotech research and innovation Tower) finanziato dal pon Ricerca e competitività 2007/2013

«Abbiamo ottenuto il collaudo tecnico-amministrativo, i lavori edili sono completati», spiega Barbera. Ma si dovrà attendere ancora qualche mese prima di poter avviare le attività all’interno dell’edificio. «Adesso bisogna attivare i contratti per i servizi, ascensori, climatizzazioni, impianti, videosorveglianza – elenca l’ingegnere – Tutta una serie di operazioni per aprire la struttura in piena funzionalità». A essere finita, infatti, è solo la parte strutturale: «Adesso bisogna riempirla». 

L’approvazione del progetto risale a dodici anni fa, nel 2003, quando la cifra iniziale prevista è di quasi 22 milioni di euro. Ma una serie di ritardi impongono la necessità di adeguare un progetto che non rispetta nuovi vincoli legislativi. A pesare di più sui rallentamenti, però, è la crisi vissuta dalla Sigenco, ditta che ha vinto l’appalto. «Ci sono stati diversi incarichi, sono subentrati diversi soggetti, abbiamo verificato lo stato dell’opera e stiamo lavorando per la consegna nei tempi previsti», ha spiegato lo scorso aprile a MeridioNews il direttore generale di Unict Federico Portoghese. Scadenza che, sul filo del rasoio, è stata rispettata. 

I vertici universitari tirano dunque un sospiro di sollievo. La Torre biologica viene vista come una struttura strategica per il potenziamento delle attività di ricerca e didattica d’ateneo. I quattro edifici ospiteranno un’aula magna da 200 posti, sette aule didattiche da cento posti e sale studio per oltre 180 studenti. E poi tutti i laboratori collegati al progetto Brit. Un ulteriore impegno economico da oltre 700mila euro, ai quali si aggiungono circa 190mila euro per la sorveglianza, 350mila per recinzioni e altre opere connesse, 680mila per strutture tecniche per lo stabulario. Fondi che, dopo la rendicontazione, dovrebbero essere coperti sempre dal Miur. «Contiamo di poter essere pronti a ottobre – anticipa Pierluigi Barbera – Ma saremo a regime totalmente tra circa un anno».  


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