Tony Drago, decisione sulla richiesta di archiviazione Avvocato: «C’è un elemento di novità per le indagini»

Potrebbe arrivare entro Natale la decisione sulla
richiesta di archiviazione, avanzata nello scorso mese di luglio dal pubblico ministero Alberto Galanti, in merito alle indagini sul caso di Tony Drago, il caporale siracusano trovato morto la mattina del 6 luglio 2014 nel cortile della caserma Sabatini di Roma. La giudice per le indagini preliminari, Angela Gerardi, ha fissato per mercoledì 20 dicembre la deliberazione in camera di consiglio in seguito all’opposizione alla richiesta di archiviazione che Rosaria Intranuovo, la madre del giovane militare, aveva affidato anche a una lettera aperta

Se la giudice non deciderà di imporre al pm di formulare l’imputazione, le indagini potrebbero essere riaperte solo alla luce di nuovi fattori determinanti. «In effetti – dichiara l’avvocato Dario Riccioli a MeridioNews – un elemento nuovo ci sarebbe ma, almeno per adesso, non posso dire di più. Intendo avvalermene al momento opportuno». Intanto quella di giorno 20 dicembre è una data importante «perché – spiega il legale – ci sarà la
discussione sulla richiesta di archiviazione e, anche se non c’è un termine perentorio, credo che la decisione potrebbe arrivare prima di Natale». 

A distanza di tre anni dalla morte del caporale siracusano, il difensore aveva chiesto l’avocazione delle indagini al procuratore generale presso la corte di Appello di Roma. Dopo l’incidente probatorio, i periti nominati dal gip hanno avuto gli elementi necessari per escludere l’ipotesi del suicidio. Ma, secondo l’avvocato, «la Procura non ha assunto determinazioni in merito al procedimento iscritto contro otto militari che, per grado e funzioni, avevano l’obbligo giuridico di impedire la morte di Tony Drago». Si tratta dell’ufficiale comandante di grado superiore Paolo Lorenzi, dell’ufficiale di ispezione Giampaolo Torcigliani, del sottoufficiale di picchetto Salvatore Adragna, del sergente di giornata Paolo Esposito, del comandante della guardia Giuseppe Zarbano e dei militari addetti al servizio di vigilanza Daniele Marino, Roberto Cucuzza e Simone Lampis, tutti presenti la notte fra il 5 e il 6 luglio del 2014 all’interno della caserma Sabatini.


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