«Oggi demoliamo un ecomostro che ha una storia lunga quarant’anni, questo non è un punto d’arrivo bensì un punto di partenza. Da qui parte lo sviluppo della nostra città». Sono le parole del sindaco di Acireale Roberto Barbagallo che, con un caschetto di sicurezza in testa, ha supervisionato l’inizio dell’abbattimento della struttura. Assieme a lui l’ex procuratore capo di Catania Giovanni Salvi, il suo successore Carmelo Zuccaro e il deputato regionale Nicola D’Agostino. L’ecomostro che campeggia sul costone della frazione di Santa Maria La Scala dagli anni Settanta e il cui abbattimento ha avuto bisogno di un iter burocratico lungo anni, mentre l’edificio deturpava la riserva naturale della Timpa. La demolizione dovrebbe essere ultimata per il 28 febbraio, mentre stamattina sono stati simbolicamente tagliati alcuni lastroni dal pavimento.
Già all’inizio del 2016 il primo cittadino faceva sapere di avere contattato il Genio civile per indire il bando di gara sull’avvio dei lavori. Questi ultimi sarebbero partiti solo dopo la stagione estiva, al fine di salvaguardare il flusso produttivo delle specie protette. All’operazione di oggi si arriva dopo anni di contenziosi , inframmezzati da esposti, denunce al Tar (Tribunale amministrativo regionale) e al Cga (Consiglio giustizia amministrativa), passando per la procura di Catania che nel 2013 dà una scossa alla vicenda. Quarant’anni in cui si è susseguita una lunga serie di passaggi, durante i quali lo scheletro di quello che doveva essere un albergo di lusso ha continuato a dominare il paradiso della Timpa.
«Prima dobbiamo eliminare le brutture, poi dobbiamo puntare alla valorizzazione di queste bellezze – prosegue Barbagallo a MeridioNews – Stiamo anche lavorando a una pista ciclabile nell’area della Timpa. L’obiettivo è creare un parco suburbano per la città di Acireale e per la città metropolitana di Catania». La struttura sullo strapiombo è diventata uno dei tanti simboli della cementificazione senza freni che ha deteriorato il territorio. I lavori di demolizione hanno avuto un costo complessivo di 155mila euro, somma proveniente da un fondo di rotazione, con la partecipazione dalla regione insieme al Comune di Acireale. Infatti, a vagliare le manovre di demolizione saranno l’assessorato regionale Infrastrutture e mobilità e l’Azienda regionale foreste demaniali.
Legambiente assiste alle operazioni. L’associazione da sempre vicina ai temi di salvaguardia dell’ambiente, promuove pienamente l’iniziativa e vigilerà sulla demolizione, affinché questa segua i giusti criteri, nel rispetto delle norme ambientali. Gianfranco Zanna, presidente regionale di Legambiente Sicilia e Sarah Leonardi, presidente del circolo Legambiente Sartorius W. Shausen di Acireale, dichiarano congiuntamente a MeridioNews: «È chiaro che controlleremo che l’ecomostro sia demolito in maniera adeguata al contesto in cui si trova, così come faremo pressioni sull’amministrazione comunale affinché segua l’intero iter, non solo della demolizione ma anche dello smaltimento dei materiali di risulta – affermano – Un ecomostro viene, quindi, cancellato dalla nostra lista, ma sono ancora tanti quelli che restano. L’abusivismo in Sicilia ha radici molto profonde e troppi amici in politica».
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