«Ti vengo a prendere fino a casa e ti faccio male. Ti rompo le corna. Ti do la caccia, appena ti prendo ti scanno. Ti faccio ricoverare dove lavori, ti apro come un porco». È questo il tenore delle minacce subite da un infermiere di un ospedale di Catania da un bancario di 47 anni e da un pregiudicato 29enne, entrambi catanesi. Per i due oggi è arrivato l’avviso di conclusione delle indagini per il reato di estorsione da parte dei carabinieri della stazione di piazza Verga.
I militari hanno acquisito la denuncia della vittima che, in un momento di difficoltà familiari si sarebbe esposto a debiti bancari di notevole importanza. La vittima ha raccontato di essere stato costretto ad accendere numerosi prestiti per fare fronte ai precedenti. Convocato dall’impiegato di banca, con il quale intratteneva da tempo quello che pensava essere un rapporto fiduciario, è stato informato della sua esposizione nei confronti dell’istituto bancario.
Sarebbe stato poi lo stesso banchiere a offrire la propria disponibilità per coprire parte del debito con un prestito di 12mila euro che la vittima gli avrebbe restituito dopo la vendita di un immobile di sua proprietà. Come garanzia, però, la vittima avrebbe dovuto consegnargli due assegni in bianco da 6.000 euro. Di fronte all’impossibilità di onorare il proprio impegno, l’uomo ha cominciato a subire le rimostranze del bancario che lo ha informato di avere girato gli assegni ad altre persone che si sarebbero occupate di recuperare il debito.
Sarebbero cominciati così una serie di messaggi e telefonate pieni di minacce da parte del pregiudicato 29enne. In un’occasione ad assistere a una chiamata è stato anche il comandante della stazione dei carabinieri che, mentre stava acquisendo la denuncia della vittima, ha ascoltato in vivavoce.
A questo punto, i militari hanno fotocopiato le banconote che la vittima avrebbe dovuto dare come acconto all’estortore (200 euro) nell’appuntamento concordato nell’ufficio postale di via Etnea. Il 29enne, che fino a quel momento aveva avuto con la vittima solo contatti telefonici, ha ricevuto la busta con i soldi e l’ha conservato nel marsupio. Arrestato dai carabinieri, è stato portato nel carcere di piazza Lanza ma adesso è stato posto agli arresti domiciliari.
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