I carabinieri hanno arrestato nel comune etneo Salvatore Calì e Salvatore Nunzio Fonti con l'accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Sono ritenuti responsabili di minacce e pressanti richieste di denaro - fino a 10mila euro - su esercenti e imprenditori locali
«Ti faccio saltare in aria gli escavatori» S. Venerina, estorsioni in mano ai Santapaola
«Ti faccio saltare in aria gli escavatori». Le minacce e la richiesta di soldi erano pressanti da parte di due uomini ritenuti vicini al clan Santapaola che tenevano sotto scacco alcuni imprenditori di Santa Venerina. Si tratta di Salvatore Calì, 64 anni, e Salvatore Nunzio Fonti, 44 anni, arrestati dai carabinieri a seguito di un’indagine partita grazie alla denuncia di un imprenditore edile.
La misura cautelare in carcere è stata disposta dal gip del Tribunale di Catania su richiesta della Procura. L’accusa è concorso nel reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Le indagini degli investigatori sono partite a febbraio e, grazie anche a intercettazioni ambientali e riprese video, hanno permesso di accertare che i due minacciavano altri commercianti e imprenditori. Ad un’officina meccanica, in particolare, era stato chiesto di versare 10mila euro.
Calì è stato arrestato nella sua casa di Santa Venerina e trasferito nel carcere di Bicocca. Fonti si trovava già dietro le sbarre per lo stesso reato. I carabinieri sottolineano ancora una volta l’importanze della denuncia per combattere contro il racket delle estorsioni.
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