The pAper ChAse in concerto

Da Dallas, nel Texas, arrivano allo Zo i pAper ChAse, quattro scatenati musicisti con a capo il chitarrista – cantante – produttore John Congleton, già apprezzato per la produzione di gruppi come i 90 day men e che a fine maggio siederà al mixer della band nostrana Mashrooms per la registrazione del loro nuovo album.

Una band terrificante, magnetica, eccessiva. Devastante. Ha all’attivo 3 album: “Young bodies heal quickly, you know”, “Hide the kitchen knives” e l’ultimo, aggressivo quanto i precedenti ma più complesso “God bless your black heart” ( Kill Rock Stars, 2004), un album perfezionista, un po’ concept  nella sua dicotomia “bene – male” già riscontrabile nel titolo (“god bless” vs “your black heart”).

Lo show dal vivo è una bomba, esprime tutta la rabbia, furia, fastidio, odio, disperazione, caos presenti già nei titoli delle singole tracce dei loro lavori. La voce di Congleton, spezzata, quasi straziante, si confonde con gli strumenti anche loro torturati, a partire dalla chitarra distorta per finire con tastiera violoncello batteria e basso.

Congleton, questo 28enne biondo ossigenato, sin dal primo istante sul palco inizia a gridare e ballare con la sua chitarra, scalcia e salta tirando i cavi del microfono a cui non dà tregua. Non sta un attimo fermo, canalizzando l’attenzione di tutti i numerosi spettatori all’interno del locale. E gli altri quattro gli stanno dietro, perfetta sintonia.

“E’ la prima volta che suoniamo in Sicilia, e ne siamo davvero contenti, ci siamo divertiti molto”, ha detto Congleton alla fine del concerto. E lo ha ribadito quando mi sono avvicinata per fargli un paio di domande.

“E’ stato difficile per me portare a termine l’ultimo lavoro, God bless your black heart, è difficile tuttora ascoltarlo senza stare male. Musica e testi sono stati scritti in un momento un po’ triste della mia vita, ma ora le cose sono cambiate. Ho in mente qualcosa di più divertente, e le tracce per il nuovo album sono già pronte e verranno registrate presto” –  continua John – “fra l’altro i primi due o tre pezzi suonati a inizio concerto sono nuovi”.

I PAper ChAse più volte sono stati paragonati a gruppi, altrettanto interessanti, come Fugazi, 90day men, Shellac. “La scuola di Chicago (Shellac & co.) mi è sempre piaciuta, la ascolto tuttora” – commenta John –  “ma sul palco vogliamo proporre qualcosa di diverso, qualcosa che resti, che dia un forte impatto”. E il forte impatto lo dà eccome. Non ci sono paragoni che reggano.

Alla fine della mia breve pseudo-intervista, interrotta continuamente da gente che chiedeva autografi e, davvero entusiasta, non smetteva di fare i complimenti alla band, ho chiesto a Congleton quando avremo la possibilità di rivederlo qui in Sicilia. “Veniamo da una data in Austria e una a Roma, non dormiamo da due giorni.. La prossima tappa è Taranto. Ma torneremo, se ci chiamerete torneremo senza dubbio. E’ stata una serata strepitosa, è sempre bello suonare per gente così e vi ringraziamo per questo”.

Che dire.. Una fra le band più originali interessanti potenti degli ultimi tempi e che continua a crescere. Forse un po’ sottovalutata. Ma c’è, e non può passare inosservata.


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