L'opera migliore degli storici Beatles. Un doppio album che volta le spalle allo sperimentalismo del peirodo.
The Beatles – White Album
“The Beatles (White Album)”
1968
Apple
L’anno è il 1968 ed i Fab Four spiazzano tutti pubblicando uno dei primissimi “doppi” della storia del rock.
Ma, ancor più sconvolgente risulta che, in un periodo mai saturo di fermenti(anno ’68), in cui la psichedelia trova la massima consacrazione(Pink Floyd) e lo sperimentalismo è una legge suprema (Velvet Underground), i Beatles si ripresentino alle stampe con un disco alieno a tutto questo.
Sgt Peppers del 1967 aveva portato con se ibridazioni musicali, richiami d’oriente, simbologia, messaggi subliminali ed una copertina che nacque per essere studiata dai migliori semiologi.
Il WHITE ALBUM, al contrario, presenta una cover totalmente bianca ed anonima con solo una piccola scritta chiara Beatles e s’affaccia al pubblico come una sorta di opera minimalista che richiama tutto il rock ‘n roll di inizi ’60 e lo fa con un ingarbugliato alternarsi di temi.
Se paragonato ad un itinerario, l’album troverebbe una miriade di tappe che vanno dal classico rock targato ’60 (“Back in the U.S.S.R.“) alla filastrocca dondolante (“Ob-La-Di, Ob-La-Da”), passando per le ballate discrete (“Blackbird”) o per i riff di “Birthday” o, ancora, per il blues di “Why don’t we do it in the road?”.
Un lavoro quindi un po schizofrenico quello della band di Abbey Road e che spiattella una contraddizione interna: quelli all’interno sono tutti brani di facile presa ma ognuno dei 30 è completamente scisso dall’altro. Quindi contrasto: ‘ritorno alla semplicità’ / ‘eterogeneità delle songs’.
Tra i successi più famosi compare certamente “Revolution” dal testo impopolarmente moderato
“Dici che vuoi una rivoluzione,
Bene, sai
Tutti vogliamo cambiare il mondo(
)
Ma quando parli di distruzione,
Non sai che puoi considerarmi fuori?”
O la silenziosa ed impressionistica Blackbird
“l’ucello nero vola nella luce della scura nera notte
e tu stai solo aspettando il momento di rinascere”
album imperdibile.