Tfa, il bilancio dopo le prove di accesso Lo scopo dei quesiti eliminare candidati

Le ostinate speranze di chi desidera diventare insegnante in Italia – per amore di formazione o per fame di denaro – somigliano tanto a quelle del Dorian Gray di Oscar Wilde, morto nella peggiore delle maniere dopo essersi illuso per anni di poter raggiungere l’obiettivo tanto agognato.

Dall’arsenale del Sant’Uffizio di viale Trastevere, dopo la sansoniana Scuola di Specializzazione per l’Insegnamento Secondario – nata e defunta nel giro di un decennio, trascinando con sé centinaia di vittime incolpevoli –  e dopo tre lunghi anni di interregno trascorsi al motto del Conte di Montecristo – «aspetta e spera» – ecco fare la sua apparizione il Decreto Ministeriale 11/11/2011: il Tirocinio Formativo Attivo.

Il nuovo strumento di supplizio ministeriale, ancora una volta, non ha alcun interesse a stabilire se il candidato docente sia effettivamente in grado di barcamenarsi nell’arduo compito della formazione scolastica, e se dunque l’esaminando somigli più ad un frizzante Gilderoy Allock digiuno di latino o ad una preparata Adelaide Rottenmaier empatica quanto un tronco di pino.

Di contro, al grido che fu di Duncan MacLeod – «ne resterà solamente uno» – le prove preliminari di accesso sembrano mosse da un unico, prevedibile, principio: eliminare più pretendenti possibili. I posti disponibili in tutta Italia, del resto, sono quelli che sono: 20.067 tra scuola media e superiore, troppo pochi per un numero di aspiranti che avrebbero convinto persino Leonida ad una onorevole ritirata. Che il principio sia proprio quello dell’eliminazione ad ogni costo lo chiariscono gli stessi quesiti sottoposti agli esaminandi.

La prova di ammissione per la classe di filosofia, psicologia e scienze dell’educazione (A036), richiedeva esplicitamente al candidato una perfetta conoscenza dell’opera di Massimo Cacciari (quesito 6): filosofo italiano, pubblicò nel 1976 “Krisis. Saggio sulla crisi del pensiero negativo da Nietzsche a Wittgenstein”; un po’ come canonizzare Heidegger in un libro di filosofia del 1920. E se Don Abbondio aveva i suoi problemi con Carneade, d’ora in poi molti ricorderanno a vita i nomi di Amafinio (quesito 9) e di Ermarco (quesito 20), il primo commentatore di Epicuro e il secondo suo successore.

Meglio non se la sono vista gli aspiranti insegnanti di lingua e letteratura francese (A246), convinti per un attimo di trovarsi agli esami d’ammissione del Centro internazionale di epistemologia genetica di Jean Piaget: oltre a non essere tenuti alla conoscenza di uno psicologo sovietico quale Lev Semënovi? Vygotskij (quesito 1), non si capisce quale rapporto intercorra tra l’area del cervello scoperta da Paul Broca e la letteratura francese (quesito 7). Certamente alcun rapporto – tra cervello e letteratura intendiamo – nel caso degli autori delle domande: se “A une passante” non fa certamente parte dei “Piccoli poemi in prosa” di Baudelaire (quesito 17) è indiscutibile che non ne faccia parte nemmeno “L’invitation au voyage”, contenuta invece ne I fiori del male!

Arduo, del resto, trovare una sola definizione corretta di filologia nella quaterna di castronerie del quesito 54, riguardante “La nascita della tragedia” di Nietzsche. E a proposito di questioni e di capri, ecco la pericolosissima scivolata sull’ortografia di ambigues (quesito 33), liberamente tracciabile con la dieresi sulla lettera ë come sulla lettera ü.  Nessuno, legittimamente, dovrebbe comunque sentirsi colpevole di non conoscere il nome del creatore del Festival teatrale di Avignone (quesito 26) né quello da nubile della moglie del poeta Paul Éluard (quesito 25). Di surreale, qui, ci sono solo i quesiti.

Fondamentale, invece, per un candidato alla classe di materie letterarie e latino nei licei e nell’istituto magistrale (A051), la conoscenza della geografia dell’Africa sub-sahariana (quesito 30): è importante, infatti, sapere che il Mali non confina con la Nigeria; oltre a non essere mai stato provincia romana, essendo all’epoca parte integrante dell’Impero del Ghana, inattaccabile anche dal più sprovveduto degli imperatori. Interessante, ma non vitale, sapere come il Colorado non confini con il Tennessee, a meno che un antenato di John Fante non fosse un ex guerriero sannita ribelle fuggito in barca, approdato nel New Jersey e giunto fin lì dopo una gita sulle Montagne Rocciose.

Pur non avendo alcun motivo di far parte di una batteria di quiz riguardante materie letterarie e latino, alcuni avranno appreso che la Costituzione americana nasce nel 1789 (quesito 24) e che l’antico regno del Siam oggi è la Thailandia (quesito 29), mentre qualche latinista col pallino della politica internazionale potrebbe legittimamente far osservare che il BRIC (Brasile, Russia, India, Cina) del quesito 32 è in realtà il BRICS – fu BIC – con sommo scorno del Sudafrica,  dissanguatosi due anni fa per ospitare i mondiali e già buttato nel dimenticatoio dai cervelloni del ministero. Luigi Meneghello è stato certamente un grande partigiano, ma in un sistema scolastico dove per miracolo si riesce ad arrivare a Ungaretti, non individuare in lui l’autore di Libera nos a Malo (quesito 1) è forse meno di un peccato veniale, come non conoscere un componimento dell’unica raccolta poetica uscita dalla penna del grande Primo Levi (quesito 11).

Infine, conoscere i titoli delle due pratextae attribuite a Nevio (quesito 37) può essere encomiabile, pur sapendo che a scuola non potrai mai parlarne, un po’ perché irrimediabilmente perdute e un po’ perché, visti gli esordi, negli istituti molti andranno solo per accompagnare i propri figli.

 

 

[Foto di bluelephant]

Gherardo Fabretti

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