Testa di agnello nell’auto di un sindacalista «Non mi fermo, vado in fondo a questa storia»

«Se qualcuno pensa di potermi fermare si rassegni, perché arriverò fino in fondo a questa vergognosa storia». Non si lascia intimidire, Costantino Guzzo, sindacalista palermitano della Usb. Non sembra tentennare nemmeno di fronte alla testa mozzata di un agnello che qualcuno gli avrebbe fatto ritrovare nel sedile posteriore della sua auto. Impegnato da anni in difesa dei diritti dei lavoratori licenziati dall’ente di formazione Ial Sicilia, lui e i colleghi sembrano fortemente convinti che questo gesto abbia a che fare con l’impegno messo in campo in questi anni dal sindacalista. «È chiaro il messaggio minatorio ricevuto dal mio collega, che sta portando avanti con colleghi perbene una guerra, e scrivo guerra e non battaglia, contro chi da sempre si è abbuffato con i miliardi di lire prima e ora di euro poi», osserva ad esempio Michele Orlando.

«È palese che questo messaggio ci amareggia ma non ci fa spaventare, in quanto ha e abbiamo toccato i loro nervi scoperti, i loro intrallazzi, i loro ricatti, e patti di associati a delinquere – continua il collega -. Sì, perché esiste una bella organizzazione politica sindacale che ha tenuto da sempre in ostaggio i lavoratori della formazione professionale siciliana, lavoratori che nella stragrande maggioranza con il loro stipendio hanno degnamente dato un’istruzione ai figli e un tetto sicuro alla famiglia, riuscendo pure a salvare tantissimi giovani dalla strada, perché credevano e credono nel loro lavoro. Non temiamo le teste di capretto o di agnello e non ci fermeranno, crediamo nella legalità e nella giustizia, nel settore abbiamo avuto sette suicidi e tanti infartuati, ma per rispetto di questi padri di famiglia noi non ci fermiamo e denunciamo tutto sempre».

Solidarietà a fiumi, specie da chi quella guerra, come la definisce Orlando, la condivide tutti i giorni con Guzzo. «Evidentemente è un avvertimento mafioso – commenta anche Salvatore Mancuso -. Ora, dico io, Guzzo sta soltanto svolgendo, da alcuni anni, un’intensa e impegnativa azione sociale e sindacale a difesa dei diritti dei lavoratori licenziati dall’Ente di Formazione Professionale Ial Cisl, dichiarato fallito. Mi domando e domando: lottare sindacalmente per la difesa dei sacrosanti diritti dei lavoratori licenziati, ingiustamente e illegittimamente, significa anche andare contro qualche ignota organizzazione mafiosa?».

«In qualunque modo possa finire (per me) questa vergognosa vicenda della formazione professionale siciliana, quello che emerge è che la giustizia in Sicilia mi ha abbandonato, visto che sono stato costretto a fare anche l’impossibile, pur di ottenere giustizia, per me ma soprattutto per la mia famiglia», commenta ancora a mezzo social il sindacalista. Intanto, è previsto per domani alle 9.30 un presidio di solidarietà dell’Usb Sicilia davanti alla Prefettura, in via Cavour. «Il grave fatto intimidatorio che è successo ieri a Costantino, non può e non deve passare assolutamente inosservato – scrive in una nota Sandro Cardinale della Usb Sicilia – al vile gesto dobbiamo rispondere con una mobilitazione massiccia che faccia capire ai vigliacchi autori dell’intimidazione che Costantino non è solo, che Costantino è la vostra voce».


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