I bagni di origine romana, di cui testimonianze storiche sono state ritrovate persino nei classici della letteratura greca, sono stati scoperti durante i lavori di ristrutturazione di un edificio nei pressi del Grand Hotel. Verranno finanziati con i fondi del Piano triennale delle opere pubbliche cittadino. Guarda le foto
Termini Imerese, tornano alla luce le antiche terme Burrafato: «Diventeranno un centro benessere»
Le antiche terme di Termini Imerese torneranno presto a vivere. Sono venute alla luce durante i lavori di ristrutturazione di un edificio di tre piani adiacente allo storico Grand Hotel. Un lavoro, quello di recupero della struttura, iniziato nel gennaio del 2008 quando, su sollecitazione della Soprintendenza ai Beni culturali di Palermo, il Comune ha provveduto alla realizzazione di una struttura provvisionale, su cui si è ancorata una copertura metallica, attualmente allocata, per salvaguardare il monumento. In seguito, tra giugno e novembre 2010 sono stati effettuati i lavori per la messa in sicurezza dell’edificio. La struttura, terminata la ristrutturazione, verrà usata sia dal punto di vista termale che curativo, come centro benessere.
I lavori rientrano nel Piano triennale delle Opere pubbliche 2015-2017. «Il Piano triennale tiene fede a una doppia interpretazione – dice il sindaco Salvatore Burrafato – Anzitutto gli interventi che a medio termine possono trovare attuazione perché già inseriti in una puntuale progettualità, a seguire, la previsione di quei progetti strategici che puntano allo sviluppo e al rilancio del nostro territorio. Diversamente rimarrebbe un mero elenco o un libro di sogni. Abbiamo privilegiato i progetti concreti che sono quelli inseriti in prevalenza nell’elenco annuale».
Si tratta di bagni di origine romana. Delle acque termali di Thermae ne hanno parlato, nel corso della storia, autori illustri dell’antichità come Pindaro nell’Ode XII delle Olimpiche: «…esalti i tiepidi bagni delle Ninfe», e il geografo Strabone: «…molte sorgenti calde ha la Sicilia: quelle di Selinunte e d’Imera salse, le Egestane potabili». Dei bagni si ha traccia anche nelle monete di Himera e in quelle di Thermae. Le origini delle acque curative di Termini affondano tuttavia nell’antica Grecia. Diodoro Siculo, infatti, nel libro IV delle sue Storie, narra che Ercole dopo tante avventure e peripezie giunse nel sito dove oggi si trova l’attuale città. Sono stati i Romani, successivamente, a rilanciare in maniera industriale i bagni di Termhaion Himeraion con la costruzione di un complesso stabilimento termale.