Un finto incidente per coprire un tentato omicidio: un fermo e quattro denunce nel Catanese

Un 33enne di Acireale è stato fermato perché sospettato del tentato omicidio di un 29enne di Piano d’Api, frazione di Acireale (in provincia di Catania). Per essere stato complice dello stesso reato è stato denunciato un 23enne di Aci Sant’Antonio. Altre tre persone, inoltre, sono state denunciate dai carabinieri per il reato di favoreggiamento personale perché, con le loro dichiarazioni mendaci, avrebbero aiutato gli autori del reato a eludere le indagini. I motivi del tentato omicidio sono ancora in fase di approfondimento ma, stando a quanto emerso finora nel corso delle indagini si tratterebbe di dissidi tra vittima e assalitore per questioni di natura sentimentale.

Tutto inizia il pomeriggio del 31 gennaio quando ai carabinieri della stazione di Guardia Mangano (frazione di Acireale) arriva una segnalazione per esplosione di colpi di arma da fuoco. Cominciano così le indagini: intorno alle 17.30 di quello stesso giorno, l’equipaggio di una gazzella nota una Renault Clio con dentro due uomini con fare sospetto parcheggiata accanto a un furgone con il finestrino anteriore del lato passeggiato in frantumi a bordo strada nella frazione di Santa Maria Ammalati. Avvicinandosi al mezzo, i militari si sono accorti di macchie di sangue sul sedile anteriore. Per avere delle prime informazioni, i carabinieri hanno deciso di chiedere ai due uomini dell’auto se sapessero cosa fosse successo. E sono stati questi a dire che conoscevano il proprietario del mezzo che, poco prima, era rimasto coinvolto in un incidente stradale nei paraggi, durante il quale il passeggero si era ferito a una mano.

Le immagini di videosorveglianza della zona mostravano però che il furgone era arrivato a Santa Maria Ammalati già danneggiato e che il passeggero era un 29enne di Piano d’Api, già noto per precedenti trascorsi con la giustizia. Dalle indagini è emerso che il giovane era legato da rapporti di parentela ai due testimoni che avevano raccontato del presunto incidente stradale. A questo punto, i militari sono andati a casa del 29enne che ha aperto la porta con una mano fasciata e ha riferito che fosse a causa di un recente intervento chirurgico. Un’altra versione dei fatti che, però, strideva con alcune macchie di sangue davanti al portone della sua abitazione, con i frammenti di vetro trovati per strada e con una tuta macchiata di sangue messa a mollo con la candeggina.

Acquisite queste informazioni, le indagini si sono concentrate sul tratto di strada, in via Sottotenente Barbagallo, dove erano stati esplosi i colpi d’arma da fuoco che, infrangendo il vetro del furgone, avrebbero colpito alla mano il 29enne. L’analisi delle immagini di videosorveglianza della zona e i sopralluoghi hanno permesso ipotizzare una precisa dinamica di quello che appariva come un agguato: un uomo armato sarebbe stato accompagnato in quella via circa quaranta minuti prima da un complice, a bordo di una piccola utilitaria di colore nero, poi l’assalitore avrebbe atteso l’arrivo del furgone con a bordo, come passeggero, la vittima e avrebbe sparato al suo passaggio cinque colpi di pistola, di cui uno avrebbe rotto il finestrino del lato passeggero, ferendo alla mano la vittima. Il killer sarebbe subito scappato a piedi, mentre il complice, che fino a quel momento aveva atteso a bordo dell’utilitaria, sarebbe fuggito in auto, tamponando un altro veicolo.

Ulteriori indagini hanno poi consentito di risalire alla targa dell’auto del complice: un 23enne di Aci Sant’Antonio. L’auto, rintracciata e analizzata dai militari, mostrava danni compatibili con il tamponamento. Dalle immagini analizzate, i militari hanno riconosciuto l’assalitore: un 33enne pluripregiudicato originario di Aci Catena che è stato poi rintracciato a casa di alcuni familiari ad Acireale. Nei confronti dell’uomo è scattato il fermo ed è stato portato nel carcere di piazza Lanza a Catania. L’amico che lo ha accompagnato in auto è stato denunciato a piede libero per concorso in tentato omicidio; mentre, le tre persone – tra cui la stessa vittima – che hanno cercato di depistare le indagini mentendo e negando l’accaduto, sono state denunciate per favoreggiamento personale.


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