Il tennista siciliano è stato eliminato al primo turno degli Australian Open dal tunisino Jaziri in cinque set. «Il risultato mi pesa molto per come si era messa la gara. Esco con l’amaro in bocca, ma sono tante le cose positive», dichiara. E a MeridioNews parla del proprio futuro sportivo e di quello del movimento italiano
Tennis, prima partecipazione di Caruso in uno Slam «Sensazioni bellissime, ma peccato per la sconfitta»
«È stata la mia prima esperienza in un tabellone del Grande Slam, perché in qualificazione avevo già giocato tutti i tornei. È stato bellissimo, il tabellone è un altro passo verso il tennis che conta». Il venticinquenne Salvatore Caruso, avolese e numero 209 del ranking mondiale, racconta a MeridioNews la sua esperienza agli Australian Open dove è stato eliminato al primo turno in cinque set dal tunisino Malek Jaziri, numero 100 Atp. «Le differenze con le qualificazioni – spiega ancora il tennista – sono tante, la prima è quella di giocare tre set su cinque, praticamente un altro sport. È stata comunque una grossissima emozione trovarsi in un palcoscenico così importante». Il tennista siciliano è entrato nel tabellone principale dopo aver battuto nell’ordine Banes, Gombos e Borgue: «Le qualificazioni sono state molto dure. Lì si affrontano giocatori che ho trovato spesso nei Challenger, i tornei che finora ho affrontato più spesso. Ci sono giocatori che vogliono emergere, come del resto voglio fare anche io, quindi si lotta fino alla morte per provare a entrare nel tabellone».
Eliminato dopo cinque set e dopo essere stato sul 2-0, Caruso non può che essere amareggiato per come si è conclusa la gara: «Mi pesa molto questo risultato, anche perché per come si era messa non avevo pensato di poterla perdere. Stavo bene fisicamente, ma poi la partita è cambiata. Esco con l’amaro in bocca, ma guardando tutto il torneo nel complesso sono più le cose positive di quelle negative. Per me è stato un gran torneo». L’avolese ricorda la partita: «Dopo i primi due set, io sono calato fisicamente – continua ancora il tennista – e lui, da persona molto furba, mi ha lasciato credere di non stare bene. Nel terzo, quarto e quinto set, invece, sembrava quasi corresse più di prima. È salito di tono e intensità e perdere i tre set, anche in maniera un po’ beffarda, ha fatto la differenza, però è stato bravo, anche se io ci ho provato fino alla fine». Nonostante quello che alla fine è stato il risultato, ci sono dei ricordi indelebili che Caruso porterà dentro di sé: «Sicuramente ci sono tanti momenti belli da portarsi dentro. Forse il ricordo più bello è stato quando ho vinto l’ultima partita delle qualificazioni. L’emozione è di quelle importanti, ho chiuso il punto con servizio e dritto».
Il venticinquenne avolese fa anche una panoramica su quella che è la situazione del tennis nostrano: «Il movimento tennistico in Italia in crescita, ma soprattutto in Italia. Basta considerare che ci siamo qualificati in tre, ovvero io, Sonego e Berrettini, che è stato ripescato. Ci sono tanti giovani che in ogni slam fanno qualcosa di buono, come Napolitano al Roland Garros oppure Travaglia agli Us Open. Anche in Sicilia si sta crescendo, le scuole tennis sono piene di bambini. E poi c’è Supertennis che dà l’opportunità di vedere il tennis gratis in tv, anche questo aiuta». La crescita e il cammino di Caruso, comunque, non si fermeranno qui: il tennista, infatti, è già proiettato verso quelli che saranno i prossimi appuntamenti che lo attendono: «I miei obiettivi sono sempre gli stessi: lavorare bene e provare a entrare nei tornei che contano. Adesso andrò a giocare qualche Challenger e dopo anche qualche qualificazione ai tornei Atp, proverò a migliorare la classifica per arrivare nel circuito maggiore prima possibile».