Tempo di Silent party al pub Antiruggine Serata a tutta musica con le cuffie in testa

Una serata tutta da ballare. Nel silenzio più assoluto. È “Silent party” l’iniziativa organizzata dal pub Antiruggine di piazzetta Bagnasco a Palermo. Il titolare Giovanni D’Alia nei mesi scorsi era stato protagonista di una provocazione dai toni durissimi. A Facebook aveva affidato un post che era un vero e proprio pugno nello stomaco. «W la mafia. A tutti i mafiosi in ascolto, sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare, conto su di voi e sulla vostra serietà». Una frase choc arrivata dopo la chiusura del suo locale per cinque giorni, sanzione imposta dalla Polizia municipale, che gli contestava irregolarità nell’occupazione del suolo pubblico.

Adesso con la sua nuova iniziativa prova a dimostrare «l’impegno dei gestori di locali a trovare soluzioni che consentano la convivenza civile». Il problema è quello annoso del regolamento della movida, atteso da tempo da commercianti e residenti. Così mentre il provvedimento che dovrebbe contenere le regole a cui attenersi, superando una volta per tutte deroghe e ordinanze, si è arenato nelle sabbie mobili del Consiglio comunale, si consuma lo scontro tra i titolari dei locali, che chiedono regole certe, e cittadini sempre più esasperati dai decibel fuori legge.

Una nuova puntata alla storia infinita è arrivata giovedì scorso. E potrebbe mettere davvero la parola fine. Dopo il 30 settembre, infatti, il Comune non potrà emanare una nuova ordinanza sulla “movida”. A meno che prima di quella data Sala delle Lapidi non avrà approvato il nuovo regolamento sui rapporti tra i residenti e gli esercizi commerciali. A stabilirlo sono stati i giudici della Terza sezione del Tar di Palermo, che hanno accolto il ricorso del titolare del locale “I Bottai”, Giovanni Randisi contro l’ordinanza emessa lo scorso 29 giugno dal sindaco Orlando. Nel merito i giudici amministrativi entreranno a gennaio, ma intanto il Consiglio comunale è avvisato: «È onere di tutti gli organi comunali interessati – scrive il Tar – agire con la massima solerzia e spirito di leale collaborazione al fine di pervenire, in tempi ragionevoli e non più dilazionabili, all’approvazione di un Regolamento destinato ad incidere significativamente sulla qualità della vita dei cittadini, nonché sulle attività commerciali e ricreative locali».

«Vedremo se riusciranno a dare il via libera al testo – dice a Meridionews il titolare del pub Antiruggine, Giovanni D’Alia -. Intanto, noi ce la mettiamo tutta per sopravvivere e fare imprenditoria rispettando anche le esigenze dei residenti». Per lui una delle soluzioni percorribili sarebbe quella di utilizzare i poliziotti di quartiere, che girino in divisa nelle piazze della movida. «Sarebbe un deterrente contro criminalità e schiamazzi. Certo più efficace della chiusura dei negozi». Nell’attesa di soluzioni definitive D’Alia lancia la sua nuova iniziativa. Una piazza in pieno centro, musica a tutto volume e tantissime cuffie, almeno 200. Saranno questi gli ingredienti della serata organizzata sabato prossimo al suo locale in collaborazione con Decibel Palermo. A partire dalle 22 sarà possibile scatenarsi con i successi musicali dell’estate.

Piazzetta Bagnasco si trasformerà così in una vera e propria discoteca con più piste da ballo. Solo che invece degli amplificatori, per diffondere la musica si useranno delle cuffie wireless. Protagonisti della serata saranno tre dj, Mario Caminita, Alessandro Patti e Peppe Wjan, che offriranno ai loro ospiti generi diversi. Ai clienti basterà semplicemente cambiare stazione per ritrovarsi su un’altra pista da ballo. «Un’iniziativa già sperimentata nel 2013 a piazza Bologni – dice D’Alia -. È un modo per divertirsi senza far rumore e venendo incontro alle esigenze dei residenti. Ed è anche la dimostrazione della nostra buona volontà». 

Perché chiudere i locali «non è la strada giusta, soprattutto in un periodo di crisi come quello che viviamo. Il vero problema a Palermo sono gli abusivi e da parte della burocrazia occorrerebbe maggiore tolleranza nei confronti di chi rispetta la legge. Noi cerchiamo sempre di essere in regola, ma con la giungla di provvedimenti, ordinanze e deroghe non sempre è possibile. La burocrazia farraginosa è il vero ostacolo all’imprenditoria, uccide le attività e danneggia la città». Nell’attesa del nuovo regolamento sulla movida D’Alia già pensa al nuovo progetto. Una serata di musica e cabaret con Marco Pomar e Manlio Noto in programma giovedì 24 settembre. Ovviamente sempre con le cuffie. Perché per divertirsi non serve necessariamente far rumore.


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Il titolare del locale, Giovanni D'Alia, nei mesi scorsi a Facebook aveva affidato una frase choc: «W la mafia. A tutti i mafiosi in ascolto, sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare». Una provocazione per protestare contro la chiusura del suo locale per 5 giorni da parte della Polizia municipale. Adesso la nuova iniziativa. Per dimostrare «l’impegno dei gestori di locali a trovare soluzioni che consentano la convivenza civile»

Il titolare del locale, Giovanni D'Alia, nei mesi scorsi a Facebook aveva affidato una frase choc: «W la mafia. A tutti i mafiosi in ascolto, sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare». Una provocazione per protestare contro la chiusura del suo locale per 5 giorni da parte della Polizia municipale. Adesso la nuova iniziativa. Per dimostrare «l’impegno dei gestori di locali a trovare soluzioni che consentano la convivenza civile»

Il titolare del locale, Giovanni D'Alia, nei mesi scorsi a Facebook aveva affidato una frase choc: «W la mafia. A tutti i mafiosi in ascolto, sono disposto a pagare il pizzo, purché ci siano regole forti e chiare». Una provocazione per protestare contro la chiusura del suo locale per 5 giorni da parte della Polizia municipale. Adesso la nuova iniziativa. Per dimostrare «l’impegno dei gestori di locali a trovare soluzioni che consentano la convivenza civile»

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