La dottoressa catanese ha approntato, negli Stati Uniti, un metodo per la cura di certi tumori «con farmaci biologici, specifici per ogni malato». Un lavoro contro l'interesse delle case farmaceutiche, che lei racconterà sabato alla Scuola superiore etnea. «Evitare i viaggi della speranza», dice
TEDx SSC, Alessandra e la ricerca sui tumori «All’estero i medici siciliani sono molto ambiti»
«Tornare in Italia, per aiutarla a crescere, è un’azione umanitaria». Il percorso di Alessandra Romano è partito da Catania, con la laurea in Medicina, è proseguito a Washington, dove ha sviluppato un metodo per la cura dei tumori, e il 19 dicembre la vedrà ritornare – «momentaneamente», dice – nel luogo in cui ha avuto inizio, la Scuola superiore di Catania. Al pubblico del TEDx SSC – seconda edizione e unico appuntamento, in Sicilia, dell’evento californiano che mette in mostra le storie di giovani eccellenze – racconterà la sua carriera, spiegherà il suo progetto «per cancellare i viaggi della speranza», e il giorno dopo ripartirà. Stavolta per la Finlandia, «dove hanno tanti soldi da spendere nella ricerca» ma dove la Sicilia, ammette, le mancherà più che negli Stati Uniti.
«Vorrei restare, ma l’Italia non offre alcuna possibilità a una giovane ricercatrice», cioè nessun contratto di lavoro. Piuttosto che una sua decisione, partire verso l’estero «rimane la sola opportunità – dice Romano a MeridioNews – almeno riguardo alla mia esperienza da medico, per acquisire nuove competenze e avviare progetti all’avanguardia». La scelta, che invece ha compiuto in seguito, è stata «tornare in Sicilia per trasferire qui le idee e le tecnologie sviluppate coi miei studi». Mentre completa l’ultimo anno di formazione in Ematologia (settore della medicina che si occupa del sangue e di alcuni specifici organi del corpo), lavora all’ospedale Policlinico per portare anche a Catania cure e macchinari – testati durante il suo dottorato di ricerca all’università statunitense George Mason – per combattere alcuni tipi di tumori. «Sento come dovere morale, specie verso la terra che mi ha fatto crescere, evitare ai malati di dovere andare all’altro capo del mondo per curarsi al meglio».
Negli Stati Uniti ha seguito, come dottoranda, uno studio sull’effetto di alcuni medicinali per la cura dei tumori. I risultati, condotti su malati terminali, hanno dimostrato che «una terapia individualizzata, basata su princìpi biologici e non chemioterapici, permette di allungare fino a otto mesi la speranza di vita». Per ogni paziente viene individuato il farmaco più efficace: «Un metodo contrario agli interessi delle case farmaceutiche, che puntano a distribuire una pillola sola, la loro – spiega Romano – E che perciò può essere portato avanti solo coi finanziamenti di università, privati o centri specializzati». In Italia «è impossibile immaginare di fare ricerche simili, a causa di burocrazia, fondi statali e della poca fiducia verso i giovani». Mentre all’estero, dove sono in corso le sperimentazioni più ambiziose, «studenti e medici siciliani sono molto ricercati e, anche se non hanno la carica di professori ordinari, le loro proposte vengono prese in considerazione sia dai colleghi che dai finanziatori».
All’incontro TEDx, organizzato dalla Scuola superiore di Catania nella propria sede, gli interventi dei relatori – tra i quali figura anche il giornalista Francesco Costa – toccheranno il tema dei nonostante. Ovvero gli ostacoli, incontrati e superati. Da ex alunna dell’istituto «ringrazio chi mi ha aiutato nel mio percorso, nonostante sia iniziato in una terra che si trova, tecnologicamente, nella periferia del mondo», dice Romano, oggi responsabile nazionale degli studi sulle alterazioni immunologiche nelle patologie linfoproliferative neoplastiche. Durante i periodi vissuti all’estero, della sua terra, ed in particolar modo di Catania «mi è mancato soprattutto il sole – aggiunge – e mi mancherà ancora di più tra qualche giorno». Il 20 dicembre prenderà un aereo diretto lontano dall’Italia, in Finlandia, dove hanno deciso di investire sullo studio sviluppato negli Stati Uniti. «Ma lì, a dicembre, il sole non si vede quasi mai».