Teatro Stabile: intreccio di tradizione e innovazione teatrale in Sicilia e al di là dello stretto

Per la stagione 2005/06 del Teatro Stabile si prospetta una miscela, attraverso un cartellone tradizionale di numerosi spettacoli e rassegne collaterali come preannunciato durante la conferenza stampa dal direttore artistico dello Stabile Orazio Torrisi, di sicilianità, contemporaneità e innovazione grazie alla partecipazione non solo di attori siciliani di grande prestigio come Tuccio Musumeci, Pippo Patavina, Angelo Tosto e Guia Ielo, ma anche alla presenza di attori e interpreti del calibro di Giorgio Albertazzi, Sergio Castellitto, Margaret Mazzantini, Massimo Dapporto, Caterina Vertova, Francesco Paolantoni, Lello Arena e Paolo Rossi per citare solo alcuni dei grandi nomi.

La stagione dedica particolare attenzione al patrimonio letterario ed è ricca di novità assolute ripescate dalle eccezionali “viscere culturali” siciliane. Tra queste spiccano La concessione del telefono, uno dei primi libri di Andrea Camilleri che inaugurerà la stagione a partire dal prossimo novembre, e La creata Antonia, opera inedita tratta dal romanzo di Silvana La Spina. Attraverso un affascinante itinerario verranno proposte rappresentazioni di autori classici e contemporanei siciliani e non: Molière, Shakespeare, Goldoni, Vittorini, Martoglio, Pirandello (Il malato immaginario, Antonio e Cleopatra, La trilogia della villeggiatura, Conversazioni in Sicilia, A notti non fa friddu, Il berretto a sonagli).

Sarà presente anche il “Nuovoteatro”, una rassegna di tredici spettacoli dedicata ad autori contemporanei e ad altri percorsi siciliani, tra i quali segnaliamo Scemo di guerra di Ascanio Celestini (presentato alla Biennale di Venezia l’anno scorso), L’istruttoria di Claudio Fava per ricordare l’assassinio del padre giornalista Giuseppe e le seguenti fasi del processo, e Mishelle di Sant’Oliva della giovane regista palermitana Emma Dante.

“Schegge” raccoglie una serie di spettacoli innovativi (Aeros, Nomade e Pasiones) basati sulla commistione di generi, proposti da compagnie straniere come quella degli atleti rumeni della Romanian Gymnastic Federation o la compagnia canadese Cirque Eloize o i ballerini di tango della compagnia Vientos de Sur direttamente dalla capitale argentina.

Vi è inoltre “Gesti contemporanei” che privilegia il teatro di ricerca e proporrà nel mese di settembre la pièce L’oro di San Berillo di Domenico Trischitta. Sono anche da ricordare le produzioni ospiti e le tournée dello Stabile catanese, in collaborazione con i teatri di altre città italiane, che ripropone successi come La lunga vita di Marianna Ucria di Dacia Maraini, Napoli milionaria di Eduardo De Filippo, Il padre di August Strindberg, Diario privato di Paul Léautand, e anteprime come Il maestro e Marta di Filippo Arriva e Il comico e la spalla di Vincenzo Cerami.

Vi saranno anche gli spettacoli per le scuole, che riprenderanno la narrazione di fiabe, letture e recital, tra cui le fiabe di Andersen, La Storia di tutte le storie di Rodari, Cenerentola di Perrault, La lezione di Ionesco, Un uomo chiamato Amadeus (in occasione del 250° anniversario della nascita del grande compositore austriaco) e Il Processo di Kafka.

Forte si rivela la collaborazione con l’ Università di Catania per i programmi di attività culturali e laboratori, quali il “Progetto Sciascia” e il “Progetto teatro giovani”. Da non dimenticare l’importanza della riapertura della scuola triennale d’arte drammatica “Umberto Spadaro” per giovani aspiranti attori teatrali.

Si spera che, nonostante la risaputa crisi che versa nel settore teatrale, come ribadito da Pippo Baudo presente alla conferenza, il Teatro Stabile catanese possa avere sempre forti e crescenti potenzialità efficaci nel portare al massimo livello i valori culturali della nostra città e ad esportati fuori “al di là dello stretto” come già sta facendo da tempo. Per questo vengono offerti al pubblico spettacoli e abbonamenti ad un prezzo accessibile a tutti, compresi i giovani. Questo è l’augurio e la speranza degli addetti ai lavori e di chi crede nell’essenzialità del teatro tradizionale e innovativo come veicolo di cultura.

Valeria Arlotta

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