Teatro Stabile, da Genova nuova direttrice artistica Laura Sicignano la spunta su candidatura di Ovadia

Se non sarà presente domani, alla conferenza stampa ufficiale, è solo per questioni logistiche. Perché Laura Sicignano, direttrice artistica e fondatrice del teatro Cargo di Genova, a Catania passerà parecchio tempo. Quello che le servirà per dirigere il Teatro Stabile di Catania, il cui consiglio di amministrazione l’ha scelta fra i 58 candidati che avevano presentato il proprio curriculum. Come anticipato da MeridioNews alla fine di gennaio, la rosa dei nomi si era ridotta a quattro: Sicignano, Moni Ovadia, Sebastiano Lo Monaco e Orazio Torrisi. Nei giorni scorsi, però, pare che il cda si fosse chiuso su due nomi. L’artista trapiantata a Genova e Ovadia, che in Sicilia ha trovato la sua casa artistica. Contattata dalla nostra redazione, Sicignano rimanda ogni dichiarazione – per correttezza – al post conferenza stampa di domattina. Quando il management dello Stabile etneo ufficializzerà il suo nome e darà la risposta al quesito che in molti, soprattutto i creditori, si pongono da mesi: il tribunale catanese darà il nulla osta al piano di rientro dal debito proposto dall’organismo di composizione della crisi La tutela degli onesti? La risposta, alla luce di queste ultime novità, pare un sì scontato. Del resto, l’attesa per la nomina pare fosse dovuta anche al bisogno di certezze dal punto di vista amministrativo. Senza lo sta bene del tribunale, più che al lato artistico, si sarebbe dovuto pensare alla gestione di un possibile fallimento.

Sicignano – milanese di nascita e formazione – nel 1994 ha fondato e da allora dirige il teatro Cargo di Genova. Una piccola realtà cresciuta negli anni fino a guadagnarsi, nel 1999, il riconoscimento del ministero per i Beni e le attività culturali come giovane compagnia teatrale tra le 15 più importanti d’Italia. Nel 2016 a Genova cominciano i problemi: la chiusura di una sala per la messa in sicurezza, il taglio del 67 per cento dei finanziamenti pubblici dal 2008, il crollo del 50 per cento della sponsorizzazione da parte della compagnia di San Paolo. Così Sicignano avvia una petizione su Change.org per chiedere a Marco Bucci, sindaco di Genova – eletto col centrodestra – di non abbandonare la sua esperienza artistica nel capoluogo ligure. Città a cui Sicignano, del resto, tiene molto: nel 2014 si candida alla direzione del Teatro Stabile di Genova. Anche in quella circostanza, a contendersi con lei il ruolo c’è Moni Ovadia. Nessuno dei due, alla fine, riesce a ottenere l’incarico. A fare discutere in queste ore, però, non è tanto l’esperienza professionale della regista, quanto quella politica: candidata nel 2010 al consiglio regionale della Liguria, Sicignano ottiene 322 preferenze in seno alla lista del Partito democratico.

L’assessore regionale ai Beni culturali Vittorio Sgarbi la dà per vicina al ministro della Cultura Dario Franceschini. Stessa area politica dell’attuale consiglio di amministrazione che, in attesa del cambiamento dei vertici che imporrà il presidente della Regione Nello Musumeci, rimane legato al passato governo di Rosario Crocetta. E, com’è ovvio, all’attuale amministrazione del Comune di Catania e della Città metropolitana. Alla guida di entrambi c’è il sindaco democratico Enzo Bianco. Tra i corridoi dello Stabile qualcuno sussurra che una nuova direttrice artistica di centrosinistra possa non fare bene a un teatro che da anni vive con l’ansia dei contributi pubblici. La nomina, dopo mesi di vacatio, potrebbe essere presa come l’ultimo colpo di coda di una gestione destinata a lasciare spazio a nuovi nomi nel brevissimo periodo. 

Chi rimane a bocca asciutta, di nuovo, è Moni Ovadia. Protagonista di una stagione di successo a Caltanissetta e grande collaboratore di Mario Incudine, al teatro di Enna. «Io non sono uno Yes man – dichiara Ovadia a MeridioNews – Ho presentato il mio piano triennale e non sono più stato contattato. Con tutte le difficoltà possibili, sarebbe stata una sfida dirigere il Teatro Stabile di Catania». Del resto, spiega Ovadia, che i soldi siano pochi è un ritornello «che sento da quando portavo i calzoncini corti. Con gli strumenti che si hanno, si possono fare comunque delle belle cose. Io per i miei lavori non ho preso una lira, qui in Sicilia». E sulla vicinanza politica di Sicignano rilancia: «Io sono un uomo di sinistra, di vera sinistra. Ma la mia passione politica, come quella di chiunque altro, non ha a che fare con le mie competenze artistiche e professionali. In Italia il problema è che, purtroppo, questo troppo spesso non conta». Collaborerebbe con lo Stabile diretto da Laura Sicignano? «Lei prenderà le sue decisioni, non spetta a me propormi. Quando lavoro io chiedo sempre una cosa: la libertà. E qualunque direttore artistico, o direttrice artistica, dovrebbe essere libero».


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