Raffica di aumenti a Taormina, dove una serie di provvedimenti proposti dalla maggioranza guidata dal sindaco Cateno De Luca hanno dato il via a un’operazione che loro stessi hanno chiamato Salva Taormina. Nelle parole del primo cittadino dovrebbe servire a «evitare il dissesto» e in quelle della sua giunta anche a «combattere l’evasione». Sale la tassa di soggiorno, quasi per tutti. Dall’1 agosto chi alloggia in un hotel a una stella nel Comune del Messinese paga 1,50 euro al giorno per i primi undici giorni, contro l’euro della precedente tariffa; chi affitta una casa vacanze vede addirittura triplicare l’importo da versare alle casse comunali, che passa da uno a tre euro al giorno. Rimane invariata la tariffa per gli hotel 5 stelle e 5 stelle lusso: cinque euro al giorno per i primi undici giorni. Gravitano anche le spese per chi decide di sposarsi a Taormina, con tariffe che vanno dai 200 euro per i residenti che intendono convolare a nozze in un giorno feriale ai 1600 euro per i non residenti che si vogliono giurare amore eterno nel fine settimana.
Aumentate le tariffe per le concessioni in affitto dei palazzi storici e, in generale, per tutti gli edifici di proprietà del Comune. Stessi rincari anche per la mensa scolastica e salgono pure le rette degli asili nido e i diritti di segreteria per le pratiche dei vari uffici e persino le tariffe per l’illuminazione votiva; sale il costo delle concessioni cimiteriali, gli oneri concessori, gli oneri di sanatoria, le tariffe di ingresso e persino gli abbonamenti nei parcheggi Lumbi e di porta Catania. Quasi raddoppiate pure le tariffe per chi sceglie di utilizzare le funivie. «Noi abbiamo dichiarato dissesto nel 2020 – dice a MeridioNews Mario Bolognari, ex sindaco di Taormina e ora consigliere comunale, principale imputato, secondo l’attuale primo cittadino De Luca, per la situazione finanziaria che ha portato agli aumenti a tappeto – Ma abbiamo un bilancio 2022 in perfetto equilibrio. Quella di De Luca è solo una scusa per aumentare gli introiti. Aumenti che – sottolinea Bolognari – a differenza di quanto detto, non c’entrano niente con i debiti del passato: una cosa è il recupero dei crediti che il Comune aveva negli anni precedenti, un’altra è una serie di aumenti del genere. Basti pensare – sottolinea l’ex sindaco – che noi abbiamo recuperato dieci milioni di euro con un provvedimento di riscossione coatta affidato a un’azienda esterna, che ha versato questi soldi all’organismo straordinario di liquidazione, quello che cura la procedura di dissesto».
Secondo l’ex primo cittadino, le nuove tariffe non sono una soluzione al problema dell’evasione fiscale e non sarebbero state nemmeno troppo necessarie. «Questo con l’aumento dei matrimoni o dei parcheggi non c’entra nulla – prosegue Bolognari – Riguarda l’equilibrio di bilancio del 2023. Non siamo assolutamente d’accordo a fare pagare il doppio a quelli che già pagano, mentre ci sarebbe da fare pagare quelli che non hanno pagato negli anni passati. Ho chiesto, ma non mi è stato detto, quanto è stato possibile recuperare nel 2023. Una cosa è il pagamento dei debiti degli anni precedenti – sottolinea – che si chiudono al 31 dicembre del 2020 con il dissesto, una cosa è aumentare le entrate dell’anno corrente. Per fare cosa?». E poi c’è la questione retroattività. Le nuove tariffe – approvate il 31 luglio – non entreranno in vigore a due mesi dal via libera, come consuetudine, ma sono già attive dal giorno dopo, l’1 agosto. Questo vista «l’urgenza di dovere adottare il predetto aumento tariffario entro il termine di approvazione del bilancio di previsione 2023-2025, fissato da norme statali al 31 luglio 2023», come si legge nel verbale della seduta di Consiglio.
In pratica, chi ha già prenotato un soggiorno a Taormina prima dell’approvazione delle nuove norme o chi ha già sottoscritto l’abbonamento per un posto in uno dei parcheggi, anche se dovesse avere già pagato quanto dovuto, sarà chiamato a versare la differenza. Stessa cosa vale per i matrimoni e per tutto ciò che è stato sottoposto ad adeguamento delle tariffe. «Dal punto di vista dell’immagine, questo può diventare un danno molto grave – conclude l’ex sindaco – Un turista straniero che ha prenotato una casa vacanze o un albergo, sa che deve pagare una cifra e poi il gestore si trova costretto a chiedergli altri soldi. Ho già letto alcune mail di turisti che si rifiutano e di albergatori che si trovano in difficoltà, al punto che spesso ce li mettono loro i soldi». Questioni economiche che non riguardano solo gli imprenditori ma che colpiscono i cittadini anche nella vita privata. «Ho sentito di una coppia che aveva organizzato un matrimonio – racconta Bolognari – e si è vista raddoppiare la tariffa che aveva già pagato, così ha pensato di disdire. Dei circa 85 matrimoni che ogni anno si celebrano a Taormina il 60 per cento sono di coppie straniere. Non si possono cambiare le carte in tavola in corsa. La gente cosa pensa alla fine? Che siamo i soliti siciliani imbroglioni. Non siamo contrari a tutto per partito preso – conclude l’attuale consigliere – abbiamo voltato in favore in Consiglio per due regolamenti sulla banca dati dei cittadini che non sono a posto sotto l’aspetto tributario, ma una cosa assolutamente diversa è aumentare le tariffe dell’anno in corso».
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