TaoFilmFest 2005: è tempo di bilanci

Chiusura del Festival del Cinema di Taormina sabato diciotto in perfetta linea con quello che sostanzialmente è stato: un bidone ben architettato. Infatti sulle tavole del Teatro Antico nel momento finale di massima autoesaltazione festivaliera del direttore Laudadio, il maestro Salvatore Pennini, che accompagnava la serata al pianoforte, non ha trovato di meglio che suonare il leggendario pezzo di Scott Joplin tema principale del film “La Stangata”. Caso o istinto inconscio? Impossibile saperlo fatto sta, però, che la curiosa coincidenza è parsa assolutamente calzante ai molti (una volta tanto) che erano al Teatro Antico e sopratutto ai pochi, tra quelli, che avevano seguito il festival nella sua interezza.

 

Finito il TaoFF è tempo di bilanci. Pochi giorni addietro, nell’immediatezza dell’inizio della manifestazione taorminese, su questa stesse pagine, ci permettemmo di muovere alcune critiche preventive sulle debolezze di un evento organizzato, secondo noi, in maniera assolutamente non funzionale. Poco più di dieci giorno dopo ci troviamo qui a constatare (che ci crediate o no, a malincuore) come buona parte dell’azzardo di quell’analisi fosse profeticamente azzeccata.

 

Per non ripetere l’ennesima volta lo stesso tipo di critiche (alle quali se siete interessati potete leggere il pezzo di apertura del nostro magazine di sabato 11 cliccando qui), abbiamo deciso provocatoriamente di mettere qui di seguito tutte quelle domande, quei “perché”, che la maggior parte del giornalismo compiacente se non in alcuni casi addirittura asservito, non pone mai al direttore Laudadio. Quesiti che in otto giorni abbiamo sentito ripetere più e più volte a tutti i giornalisti come ai semplici spettatori che con noi hanno seguito il festival, ma che nessuno, salvo in rarissimi casi, ha mai il coraggio di porre in maniera ufficiale e pubblica ai vertici organizzativi del TaoFF (troppo difficile è infatti per i giornalisti essere coccolati ed ospitati in vacanza a Taormina per una settimana a spese del festival e poi dire apertamente la verità scomode sulla sua situazione organizzativa).

 

Iniziamo con la domanda più ovvia e anche allo stesso tempo più ricorrente: perché in un festival che nell’ultimo quinquennio è gradualmente ed evidentemente peggiorato da un’edizione ad un’altra il suo direttore artistico viene puntualmente riconfermato per l’anno successivo? E continuiamo in ordine sparso: perché ci sono volute tre edizioni per comprendere che la collocazione migliore per il festival è a Luglio e non a Giugno? Perché solo ora (sperando che sia la volta buona dopo gli innumerevoli annunci degli anni passati) si è capito che per meglio organizzare gli eventi di Tao Arte è necessario trasformare questo ente in fondazione? Perché il numero delle pellicole presenti diminuisce inesorabilmente di anno in anno? Perché al festival sono scomparsi gli spettacoli della seconda e della terza serata che tanto animavano la manifestazione? Perché una così scarsa qualità nella selezione delle pellicole in concorso? Perchè si denomina “Grande Cinema al Teatro Antico” una sezione che ha di grande si il Teatro Antico ma poi “piccolissimo” il cinema presente seralmente in esso? Perché i film che compongono le striminzite retrospettive vengono proiettati in DVD anziché in pellicola come si aspetterebbe un qualsiasi appassionato o semplice spettatore di cinema presente a Taormina? Perché quella che doveva essere una grande mostra-mercato del libro e dell’audiovisivo si è trasformata semplicemente in due tristemente spoglie bancarelle posizionate in piazza IX Aprile in stile “fiera di paese”? Perché non si utilizzano i soldi dei numerosi e danarosi sponsor del festival (BNL, Harry Winston, AirOne, Land Rover, Videobank, solo per citarne alcuni) non per ospitare e premiare lussuosamente star di secondo piano, ma per portare un maggior e qualitativamente apprezzabile numero di pellicole sugli schermi del festival? Perché le conferenze stampa degli autori emergenti vengono fissate in contemporanea alle passerelle fotografiche gossippare dei vip di turno sulla terrazza del Palacongressi finendo, le prime, per restare vuote e desolanti? Perché ci si è fatta scappare una manifestazione come i Nastri d’Argento sostituendola con un evento, l’Italia Film Fest 2005, assolutamente vuoto di contenuti ed agghiacciante nel suo svolgimento (condizioni meteorologiche a parte)? Perché durante la presentazione in anteprima mondiale in contemporanea con Roma di “Batman Begins” ci è stato venduto come in diretta un collegamento con il Warner Village invece palesemente preregistrato? Perché nessuno nota e riporta come il direttore artistico usi gli spazi del festival a suo uso e consumo arrivando addirittura a presentare e promuovere un suo scritto in sala conferenze? Perché esistono i “pass cultura”, assolutamente inutili visto che con essi non poi accedere in platea al Teatro Antico né, teoricamente, in sala stampa e alle conferenze (ed oltretutto chi li possiede viene trattato da chi il festival lo organizza come la più bassa forma di vita esistente a Taormina)? Perché vengono proiettati al Teatro Antico prodotti realizzati per la televisione, come ad esempio il film di Dario Argento, quando il festival dovrebbe essere uno spazio riservato al cinema? Perché i veri momenti principali del festival sono diventati i molti ed economicamente dispendiosi cocktail invece che le proiezioni? Ed in ultimo: perché si continua ad organizzare un evento come il TaoFF più per gli esercenti del turismo taorminesi che per il pubblico e gli appassionati di cinema?

 

La sintesi di tutti questi quesiti (in realtà solo una parte del totale) non può che rappresentare un bilancio di quest’edizione del Taormina Film Festival tutt’altro che positivo. Lanciamo i nostri “perché” attraverso questi spazi nella speranza che qualcuno abbia la volontà ed il coraggio di porvi risposte adeguate in modo da non dover assistere nel 2006 allo stesso deludente spettacolo visto quest’anno a Taormina. Arrivederci al prossimo anno.


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