Sviluppo Italia Sicilia: “Il cda è latitante”

C’è maretta dalle parti di Piazza Ignazio Florio a Palermo, dove ha sede Sviluppo Italia Sicilia. La società già da qualche tempo è in subbuglio: i sindacati accusano il governo regionale di non avere investito le risorse dovute per garantirne il funzionamento. Dalla loro, hanno i numeri: la società ha creato 30mila nuovi posti di lavoro in 10 anni e dato credito a chi non avrebbe avuto speranze con le banche (ve lo abbiamo raccontato in questo articolo).

Oggi un’altra denuncia. Oggetto: la decisione  del cda, nella persona del presidente Cleo Li Calzi,  di disertare l’audizione in Commissione attività produttive dell’Ars di ieri, dove si sarebbe dovuto discutere delle defaillance gestionali del governo, e delle misure da adottare nel contesto della ipotetica spending review siciliana.  I sindacati non lo dicono chiaramente. Ma sullo sfondo c’è l’ombra di una spending review, che in linea con la filosofia ‘montiana’, colpirà i lavoratori e non i vertici della società, che potrebbero mantenere intatti tutti i privilegi, anche quelli inutili e dispendiosi come le auto blu o i compensi da capogiro.  Da qui, probabilmente, la dura presa di posizione dei sindacati, che senza troppi giri di parole, puntano il dito contro il cda: 

“In seguito della disdetta avvenuta il giorno stesso della convocazione in data 24/07/2012 dell’Audizione dei rappresentanti sindacali di Sviluppo Italia Sicilia alla Commissione Attività Produttive dell’ARS,  per l’impossibilità a partecipare da parte del Presidente di Sviluppo Italia Sicilia Cleo Li Calzi, che era impegnata a Roma quale capo della Segreteria tecnica del governatore siciliano,  i sindacati Fiba CISL, Fisac CGIL, Uilca UIL, UGL Credito protestano fermamente definendo la sua assenza, l’ennesimo atto di mancata rappresentanza della Società.

Nel prendere atto della latitanza del Consiglio di Amministrazione, che si è dimostrato incapace di acquisire, sin dalla regionalizzazione della società, un volume di commesse atte a garantire risultati economici soddisfacenti ed in grado di assicurare la tranquillità dei lavoratori sul regolare pagamento degli stipendi, le Oo.Ss. rilevano, invece, come le altre Società regionali, cedute da Invitalia alle altre Regioni, attualmente svolgano per conto del Socio Regione un ruolo trainante per lo sviluppo economico del territorio.

I sindacati stigmatizzano pertanto il comportamento dell’Azienda che si è resa indisponibile ad un importante incontro che avrebbe dovuto affrontare con l’Assessore dell’Economia, Gaetano Armao, le questioni strutturali della società e le questioni legate al piano di riordino e, con l’assessore all’Agricoltura, Aiello l’evoluzione del contratto di AT con il Dipartimento interventi struttural i per l’agricoltura.

In un momento così difficile per l’Azienda, i sindacati restano, invece, “basiti” nell’apprendere che le “determinazioni” del CdA riguardano esclusivamente il part-time dei lavoratori e delle lavoratrici madri nonché i cellulari aziendali, come se solo questo consentisse il raggiungimento dell’equilibrio economico aziendale. Nella condizione di precarietà assoluta in cui versa la società ed i suoi lavoratori, le Oo.Ss. dicono NO a queste distorte politiche operative, professionali e retributive e con forza ribadiscono la necessità di non colpire più i lavoratori, già sacrificati da troppo tempo dalle politiche aziendali”.


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