Da 75 a 90 centesimi all’ora. È questo l’aumento che era inizialmente previsto nella bozza del nuovo contratto che il Comune di Catania stipulerà con la Sostare, la società partecipata che gestisce le strisce blu nel capoluogo etneo. Quindici centesimi in più in tutta la città, sui quali l’amministrazione avrebbe deciso di tornare indietro. Del resto, lo dice l’assessore al Bilancio Giuseppe Girlando, «non importa quello che si pensa all’inizio, importa quello che si fa davvero alla fine». Restano certamente, invece, i 25 centesimi in più nel centro storico. I cui confini, però, non sono ancora stati tracciati. Lì la sosta a pagamento costerà un euro l’ora durante il giorno e 50 centesimi dalle 20 alle 3 del mattino. Ma nel prossimo accordo tra la Sostare e Palazzo degli elefanti – che dovrebbe durare fino al 31 dicembre 2020 – la questione delle tariffe è solo uno dei punti in esame.
Quello che minaccia di far storcere il naso ai cittadini, è il «rimborso spese» per ogni «verbale compilato correttamente dagli ausiliari del traffico». In base a quanto previsto nel contratto, il Comune pagherà alla Sostare due euro per ogni multa consegnata in cartaceo, e quattro euro per ogni contestazione segnalata agli uffici comunali tramite «modalità informatiche». Questo almeno per il primo anno di valore della convenzione, cioè il 2015. Poi le tariffe dovrebbero ridursi e l’amministrazione dovrebbe versare alla sua partecipata un euro per le multe cartacee e tre per quelle trasmesse telematicamente. «Prima era peggio – afferma Girlando – Il Comune versava alla Sostare cinque euro per ogni multa compilata. Un costo francamente eccessivo».
Al rimborso per la trascrizione delle multe, poi, si aggiunge la possibilità per Sostare di affittare le colonnine dei parcometri per finalità pubblicitarie. In altri termini, lo spazio sulle macchinette per l’erogazione dei biglietti potrà essere concesso – a pagamento – a chi ne farà richiesta. E non solo. Ogni volta che le strisce blu non potranno essere usate per parcheggiare – perché qualcun altro avrà richiesto e ottenuto quel tratto di suolo pubblico, per esempio – il contratto di servizio prevederebbe che il Comune paghi alla società un indennizzo del valore di 2,50 euro al giorno per ogni stallo e per tutta la durata della soppressione delle strisce.
A fronte di tutto questo, però, il Comune di Catania affida a Sostare alcuni oneri. Per cominciare, la manutenzione ordinaria dei semafori cittadini, della segnaletica verticale e di quella orizzontale relativa agli spazi di sosta riservati ai disabili. Ma anche, e soprattutto, la gestione delle zone a traffico limitato. Alla partecipata comunale spetterà il controllo sul centro storico, su via Etnea e sugli accessi a San Giovanni Li Cuti. Le aree, cioè, che dovrebbero essere interdette ai veicoli non autorizzati. Un servizio per il quale la spesa massima prevista dovrebbe essere di 40mila euro l’anno.
Soldi, questi ultimi, che andranno ad aggiungersi alle entrate che Sostare riceverà dalle ottomila strisce blu disseminate nel territorio di Catania. Tutti spazi del Comune, dati in concessione all’azienda che storicamente gestisce il parcheggio a pagamento in città. Un affidamento quinquennale che, nell’anno di sottoscrizione del contratto, non dovrebbe costare alla Sostare neanche un euro. E per ottenere il quale, invece, la partecipata pagherà 200mila euro nel 2016 e nel 2017, 300mila euro nel 2018 e 400mila euro nel 2019. Cifre, però, che andrebbero viste in prospettiva. Una sosta di mezza giornata costa, in città, 2,50 euro a veicolo. A moltiplicare questa cifra per gli ottomila stalli, i numeri versati da Sostare non sembrano poi così alti. Perché a immaginare che tutti i posti vengano occupati da un unico veicolo ciascuno e solo dalle 8.30 alle 13.30, il guadagno che verrebbe dalle strisce blu etnee sarebbe di 20mila euro al giorno.
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