Strade, Musumeci si immagina regista senza Anas Ma al ministero c’è richiesta di commissariamento

Istituire una regia regionale anche per le strade provinciali, e agire lì dove le ex Province – alle prese con l’ormai cronico rischio default, per evitare il quale sarà necessario l’aiuto del governo nazionale – non sono capaci di intervenire. Sarebbe questo il progetto a cui, nelle ultime settimane, si starebbe lavorando tra palazzo d’Orleans e l’assessorato alle Infrastrutture, retto da Marco Falcone

L’idea, non ancora ufficializzata, sarebbe stata concepita nell’intento di trovare un modo per rimettere mano alla manutenzione straordinaria nelle numerose arterie che attraversano l’Isola e che rappresentano il principale tallone d’Achille del sistema viario regionale. Una situazione che il ministro Danilo Toninelli, nel corso della visita fatta in Sicilia a fine novembre, ha definito da «dopoguerra». Parole che sono state accompagnate dall’invito – rilanciato anche dal vicepremier Luigi Di Maio – a dichiarare lo stato d’emergenza, richiedendo l’invio di un commissario straordinario.

Stando agli atti ufficiali, il suggerimento è stato accolto: il 29 novembre, la giunta Musumeci ha deliberato «di inoltrare al governo nazionale apposita richiesta di nomina» del commissario. L’atto, inviato a Roma, per un po’ è stato allo studio degli uffici ministeriali, perplessi in merito all’efficacia dello stesso. Diradati i dubbi, il prossimo passo dovrebbe essere l’esame della richiesta da parte del consiglio dei ministri e la successiva individuazione della figura da mandare in Sicilia. Qualcuno, stando alle voci provenienti da Roma, con una storia vicina all’Isola, ma comunque esterno al governo regionale. Quest’ultimo aspetto, però, non avrebbe risposto ai desiderata di Musumeci. Facendo sempre riferimento alle fonti ministeriali, il presidente della Regione punterebbe a ricevere i poteri commissariali, un po’ come accaduto per l’emergenza rifiuti.

Ultimamente, però, l’indirizzo del governo regionale sarebbe ulteriormente cambiato: al vaglio ci sarebbe anche due soluzioni alternative. La prima prevede un coinvolgimento di Anas, come soggetto attuatore dei finanziamenti a disposizione tra Patto per il Sud e Accordi di programma quadro, e la definizione di convenzioni trilaterali fra Regione, Liberi consorzi e, appunto, Anas. Il secondo scenario – il più nuovo, nonché quello su cui per il momento vige il maggiore riserbo – taglierebbe fuori Anas, con la Regione pronta a gestire direttamente l’affidamento degli interventi sulle strade. Al vaglio di Musumeci e Falcone ci sarebbe la possibilità di puntare alla stipula di un contratto aperto con una o più imprese del settore, per la realizzazione dei progetti in giro per la Sicilia.

In entrambe le situazioni, però, resterebbe da dirimere la questione delle tempistiche: senza il conferimento dei poteri commissariali – sia Toninelli che Di Maio hanno usato il paragone con il caso Genova – la Regione si troverebbe a operare all’interno della normativa che regola i lavori pubblici. Quel codice degli appalti che, dall’indizione delle gare all’avvio dei cantieri, generalmente prevede tempi molto lunghi. E poco in linea con le esigenze dei siciliani che ogni giorno percorrono le strade provinciali.


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