Il nostro protagonista - pantaloni beige, giubbino marrone e cappello di lana in testa - passeggia nervoso avanti e indietro. E sbraita al telefono contro un ormai ex amico. Questioni di corna forse, interrotte persino dal rimprovero di una passante
Storie di ordinaria sciarra in pieno centro «‘Sti cuose cu ‘mme mugghieri un l’ha fari»
«Pino, tu ‘sti cuose a me casa, cu ‘mme mugghieri un l’ha fari». E fu così che la quiete di un tranquillo giovedì pomeriggio tra le vie del centro fu interrotta da un signore, sulla cinquantina, che sbraita al telefono. Chissà cosa avrà combinato l’interlocutore, che per la privacy chiameremo Pino, ma quel che è certo è che tutto questo, al nostro protagonista, non è andato proprio a genio. «’Nni viriemu rumani accussì ti spaccu i cuoinna». Pantaloni beige, giubbino marrone e cappello di lana in testa, l’uomo passeggia nervosamente avanti e indietro mentre se la prende con il malcapitato Pino.
La conversazione è momentaneamente interrotta da una signora canuta che, passando di lì, presumibilmente con nipoti al seguito, lo redarguisce: «È una vergogna sbraitare così. Non vede che ci sono bambini? Lei è senza dignità». A questo punto l’uomo si quieta momentaneamente, giusto il tempo necessario per far sì che il capannello di gente interessata alla conversazione si smaltisse un po’. Quando sembra che la situazione si sia calmata, ecco che riprecipita: «Tu ‘sti cuose un mi l’ha dire, viri ca iu un mi scantu i tia».
Gli ultimi frangenti, però, sembrano riportare tutto alla normalità. L’uomo è visibilmente imbarazzato per avere attirato a sé un pubblico certamente non desiderato. «Pino – conclude il nostro protagonista – iu a tia c’hai criutu siempre, viri ca iu aiu statu siempre a Ballarò. Pi stasira lassa perdiri, rumani ‘nni viriemu e ‘nni parramu». E così, l’uomo col giubbino marrone, pantaloni beige e cappello di lana in testa raggiunge la sua macchina, posteggiata un po’ così. Rigorosamente davanti a un passo carrabile. E tra gli occhi dei passanti quasi increduli, che si guardano con facce interrogative, va via. Dopo aver lasciato tutti di stucco.