Storie agghiaccianti di coinquilini di merda «Chi le crede false non ha mai convissuto»

C’è quello che non lava mai i piatti e crede che il sacco dell’immondizia sia dotato di piedi per andarsi a buttare da solo. Quello che lascia marcire le sue provviste in frigo, quello che le protegge mettendo il lucchetto agli sportelli e quello che mangia il cibo degli altri e non fa mai la spesa. Ma anche quello che torna ubriaco, vomita sul divano e va a dormire senza pulire, che per fastidio provocato fa a gara con quello che ama passare l’aspirapolvere la domenica mattina presto. É il coinquilino di merda. L’incubo di ogni fuori sede, di ogni studente Erasmus e di tutti quelli che non possono permettersi una casa che non sia condivisa. Da qualche mese, storie come queste sono raccolte e raccontate in un sito e sulla pagina facebook Il coinquilino di merda, tutti i giorni a casa tua.

«Il progetto è nato come articolo per il Male di Vauro e Vincino, la rivista di satira per cui lavoro. Ero un po’ stanco di fare satira politica e ho provato con qualcosa di diverso», racconta il fondatore del progetto Giuseppe Fiori, ventinovenne sardo trapiantato a Roma ed ex vignettista dell’Unità. L’idea di raccontare le tragedie che nascono a causa della convivenza tra estranei – e non solo, perché anche gli amici una volta diventati coinquilini possono rivelarsi di merda – non nasce da un’esperienza personale. Giuseppe è, infatti, uno dei pochi fortunati a non avere avuto a che fare con i cosiddetti cdm. «Anzi, a casa mia – dove vivo con altre due persone – forse il cdm sono io», confessa, confermando la tesi che una casa con inquilini perfetti è merce rara.

A rafforzarla, le centinaia di segnalazioni che riceve quotidianamente tramite e-mail, via Twitter e su Facebook, dove la pagina, aperta il 18 ottobre scorso, ha già raggiunto 31mila mi piace. «Il blog è in crescita e da come vanno le cose dovrei superare il tetto delle 100mila visite mensili. Ma sono numeri di un fenomeno in esplosione, potrebbero crescere come crollare di colpo», afferma cauto il creatore della valvola di sfogo per migliaia di vittime di conviventi odiosi.

C’è chi gli racconta della coinquilina che si fa corteggiare dall’amico immaginario, con cui urla e fa pace. O del coinquilino che mette la carta igienica nel porta rotolo in cucina per usarla come carta assorbente. O di quello che dà i nomi ai batuffoli di polvere che si aggirano per casa invece di pulire il pavimento. Molti fortunati sono testimoni delle gesta erotiche, accompagnate da inequivocabili effetti sonori, dei propri cdm. E poi c’è chi vive con chi «conserva in salotto, a pochi metri dal tavolo da pranzo – sottolinea la vittima –  il suo simpatico costume di Halloween da tampax, perché, dice, gli servirà per Carnevale».

A provare la veridicità dei racconti ci sono molte foto. Come quella che mostra lo stendidivano – il sofà che il coinquilino di merda ricopre con i panni da asciugare – o quella che immortala piatti e bicchieri usati dal cdm per far mangiare il gatto. Sono storie talmente strane che per Giuseppe ormai «il concetto di esperienza particolare è diventato molto relativo», dice, quando gli chiediamo se ce n’è qualcuna che lo ha colpito particolarmente. «Troppe per poter scegliere – risponde – Ieri sono morto dal ridere per la storia di un cdm che quando ha fame abbaia, o quella della cdm sonnambula». A Giuseppe i cdm stanno tutti simpatici. «Come non ci si può innamorare di una che si fa corteggiare da un amico immaginario? Gli unici che non sopporto sono i maniaci dell’ordine e della pulizia. E io sono un po’ così, ogni giorno che passa mi sento sempre più cdm», ammette.

Per i coinquilini che vivono il dramma di una convivenza insostenibile, invece, Giuseppe è un genio benefattore, che non li fa più sentire dei poveri sfigati. «É importante che il dramma delle malefatte e i soprusi subiti dai cdm emergano e siano visibili all’intera società – scrive una di loro su Facebook – allo scopo di impietosire tanti genitori a sborsare i quattrini e spezzare una lancia … anzi no, accendere un mutuo per comprare un monolocale alle povere vittime».

«Alcune storie – dice Giuseppe – sono incredibili, è vero. Ma chi non ci crede non ha mai avuto un coinquilino». E come dargli torto. Anche chi scrive ha la sua cdm: collezionava bottiglie di sidro con cui aveva invaso la cucina e una volta intasò il minuscolo corridoio con un carrello della spesa del Tesco, di quelli che hanno le ruote che si bloccano se escono dal perimetro del supermercato, e neanche si ricordava come c’era arrivato. Ci fecero una multa di 10 pound.

[Foto di coinquilinodimerda.com]


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