Un centinaio i presenti alla manifestazione di oggi, che affronta uno dei tanti tanti problemi irrisolti delle borgate marinare di Palermo. «Abbiamo chiesto una convocazione di un tavolo tecnico all'Ars» dice Giuseppe Bellanca. «Ci sono intere zone che sono state massacrate dalle costruzioni degli ultimi anni»
Stop agli allagamenti, a Mondello un corteo di protesta «Emergenza cronica, serve sblocco del ferro di cavallo»
In pochi, forse, rispetto al numero dei residenti. Ma con un corteo per le strade di Mondello che non si era mai visto. Il tema è quello degli allagamenti, problema atavico che si ripresenta puntuale ad ogni pioggia. In strada un centinano di presenti ma, se si considera che un terzo non erano neanche residenti, serpeggiava un po’ di malumore tra i presenti alla protesta proprio perché i partecipanti al corteo erano comunque pochi. Tra loro c’è Giuseppe Bellanca, consulente informatico palermitano tra i principali promotori del Comitato Emergenza Allagamenti, che ha organizzato la manifestazione di oggi. «Da quasi un mese ormai abbiamo chiesto un’audizione all’Ars, alla commissione Ambiente. Finora non abbiamo ricevuto alcuna risposta». Alla presidente della quarta commissione, Giusy Savarino di Diventerà Bellissima, il neonato comitato chiede la convocazione di un tavolo tecnico con tutti gli enti coinvolti, dal Comune a Regione, Amap e Protezione civile, per superare finalmente quella che è la «cronica emergenza degli allagamenti», per usare le parole dell’attivista.
Il nodo cruciale, secondo Bellanca è lo sblocco da parte della Regione dei fondi per la bonifica del ferro di cavallo, soluzione che potrebbe essere immediata e che potrebbe dare risposte alla cittadinanza. «Questi fondi erano stati sbloccati per la prima volta nel 2005 dalla Regione e poi di nuovo bloccati dal 2013 – spiega Bellanca -, ma in questo modo si permettere al Comune di indire la gara d’appalto per iniziare i lavori. Il ferro di cavallo non è certo la soluzione a tutti i problemi, chiaro, però sarebbe una risposta immediata e importante». Di sicuro, tra le cause principali degli allagamenti c’è l’abusivismo edilizio, che si perpetua nella zona da oltre 40 anni ormai. Di questo, Bellanca è ben consapevole: «Ci sono intere zone che sono state massacrate dalle costruzioni degli ultimi anni – torna a dire -. Basta guardare sotto Pizzo Sella, dove non esistono più quelle pendenze naturali che facevano defluire bene la pioggia, con risultati che oggi sono sotto gli occhi di tutti».
A scendere per le strade di Mondello, fino a qualche giorno fa allagate e impercorribili, c’è pure Dario Riccobono, architetto anche lui e residente in via Galatea. Per il quale, oltre ai problemi strutturali, ci sarebbero in elenco anche carenze immediate da affrontare. «Partiamo dall’assenza di manutenzione ordinaria, che noi residenti vediamo ogni giorno. E non è solo un problema di soldi che non ci sono, perché noi riscontriamo una cattiva gestione delle forze in campo – dice – Questo si vede soprattutto dopo gli allagamenti soprattutto: intervengono squadre delle varie partecipate del Comune ma non c’è mai coordinamento tra di esse». Cosa significa in concreto? Che «mentre una squadra asfalta i tombini, quella successiva poi non riesce a trovarli e deve intervenire col martello pneumatico», racconta lo stesso Maniscalco. «Mondello si sente completamente abbandonata dal Comune – aggiunge Maniscalco, ma sono tutti i presenti in realtà a ribadirlo -, viale Galatea è diventata praticamente un’autostrada e il quartiere è alla mercé di chiunque».
Per alzare la voce contro la situazione degli allagamenti presente questa mattina anche una delegazione dell’associazione Comitati civici, che ha presentato un esposto in Procura a firma dell’avvocata Anna Cucina. «Chiediamo – spiega Anna Maria D’amico dei Comitati civici -, tra le altre cose, che le paratie del ferro di cavallo vengano aperte, perché la zona è una palude e in questo modo si potrebbe invece far defluire le acque. Per non parlare della vergogna di piazza Castelforte: a ogni pioggia si riempie di liquami che poi scendono da via Venere e vie limitrofe verso il mare. Una situazione che abbiamo denunciato più volte, ma non abbiamo mai ricevuto risposte». Ma a metterci la faccia oggi è anche una parte della politica cittadina. Sfilano a fianco dei residenti, infatti, anche i consiglieri comunali Mimmo Russo, di Fratelli D’Italia, e Antonino Randazzo dei 5 stelle, insieme a qualche consigliere di circoscrizione. Ci sono anche i residenti delle cabine di Mondello, diventati noti col film-documentario Happy Winter, come la protagonista Giovanna D’Acquisto: «C’è gente che ad ogni allagamento perde automobili e mobili, e poi i risarcimenti si perdono nella notte dei tempi – afferma con amarezza – Mondello dovrebbe essere un fiore all’occhiello della città, invece già anche il lungomare di Capaci è più bello di questo. L’acqua quest’estate ha allagato le cabine provenendo proprio dalla strada».
«Forse – continua la donna -, prima di parlare di cambiamento dell’Italia, come si sente spesso dire negli ultimi tempi, bisognerebbe partire dai luoghi in cui si vive, per esempio i propri quartieri». Motivo per cui lei, per esempio, ha deciso di esserci oggi. Il suo è un appello ad educare, in un certo senso, la gente, la cittadinanza. Resta il fatto, intanto, che i problemi delle borgate marinare di Palermo sono uguali da oltre 20 anni: dall’assenza di un adeguato allacciamento fognario ai marciapiedi devastati dalle radici degli alberi. Mentre i residenti allargano le braccia sconsolati, qualcuno però ha scelto di attivarsi in prima persona.