Negli ultimi anni è scoppiata in Italia una vera e propria febbre da tifo, interpretata e vissuta in maniera diversa a seconda della propria fede calcistica, ma con il comune denominatore della passionalità.
Da sempre si è compiuta una netta differenziazione tra il tifo “sano” e il tifo “violento”, sintetizzato quest’ultimo col classico termine Ultras.
Oggi gli ultras sono tantissimi ed essere un ultrà significa incarnare un vero e proprio stile di vita, un modo di pensare che accomuna e rende uniti.
Spesso quando in Tv si sente nominare la parola ultras lo si fa in circostanze non del tutto piacevoli e questo ha portato a una visione distorta di questo termine, facendogli spesso assumere una connotazione negativa. Gli ultras però sono ben altro: sono quelli che seguono incondizionatamente la propria squadra, indipendentemente dalla sua posizione in classifica; sono quelli che preparano pulmini per organizzare trasferte; sono, soprattutto, quelli che riempiono gli stadi, ultimamente sempre meno gremiti a causa della sempre più invasiva copertura televisiva dedicata al calcio.
Con l’entrata in scena delle nuove tecnologie informatiche, anche gli ultras si sono messi al passo coi tempi ed hanno costituito veri e propri siti internet in cui si scambiano pareri e idee, si organizzano eventi, si seguono on line minuto per minuto le partite facendo dei commenti a caldo.
A Catania i gruppi ultrà hanno deciso di dividersi le due curve dello stadio Massimino, la curva Nord e la curva Sud. Un tempo non molto lontano la curva portante, quella cioè che ospitava la “Falange d’Assalto”, il gruppo più glorioso e antico, era la curva Sud. Da quel gruppo poi se ne formarono altri più piccoli che gradualmente si spostarono nella Nord, tant’è che oggi i club di tifosi organizzati presenti sulla curva Nord sono quelli che contano il maggior numero di associati, sebbene dall’altra parte siano rimasti “Gli irriducibili”, che pian piano stanno cercando di riportare in auge la loro Sud.
Per poter diventare un ultrà non è necessario fare un patto di sangue o sottoporsi a chissà quale altro rito iniziatici; basta infatti presentarsi nella sede centrale dei vari club organizzati e iscriversi come se ci si stesse iscrivendo in palestra. L’importante è, ovviamente ma è meglio ricordarlo, professare la stessa fede calcistica del club cui ci si sta iscrivendo.
Marialuisa Silvestro
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