Sportelli multifunzionali sostituiti da Isfol e Italia lavoro? Pronti 5.000 licenziamenti?

Nessun esito dal tavolo tecnico di oggi sugli Sportelli multifunzionali, il Governo regionale si mostra confuso e con poche idee. Ma siamo sicuri che sia proprio così? Vi diciamo la nostra, dopo aver messo insieme alcuni fatti. Non sono 1.850 i lavoratori che il Governo regionale si appresterebbe a licenziare ci siamo sbagliati.

Può succedere anche a noi che, nonostante tutto, seguiamo giornalmente fatti e accadimenti del complesso mondo della Formazione professionale in Sicilia. I lavoratori che la rivoluzione Crocettiana si appresterebbe a liquidare sono almeno 5 mila. Si proprio così. Perché ai dipendenti degli Sportelli multifunzionali si aggiungerebbero gli oltre 3 mila dipendenti regionali in forza presso i Centri per l’Impiego della Sicilia. Un paradosso, una sparata grossa? Non ci pare.

Il ragionamento che spinge a tale scenario è semplice. A Roma, dove il presidente Rosario Crocetta, l’assessore al Lavoro, Ester Bonafede e la dottoressa Anna Rosa Corsello, dirigente generale al ramo, non hanno inciso, non hanno saputo difendere le ragioni della Sicilia e dei siciliani, hanno già deciso. Il nuovo modello organizzativo e funzionale per la gestione del mercato del lavoro è pubblico, come emerge dalle dichiarazioni del ministro Enrico Giovannini.

Il Ministero del Lavoro ha individuato Isfol, Italia Lavoro e Inps per il coordinamento delle politiche orientative. E la Sicilia? Resta fuori. Attenzione, in questo scenario restano fuori anche i Centri per l’Impiego e tutto il personale. Quindi, cosa? Licenziamento? Ci chiediamo, a quale parte politica interessa questo nuovo meccanismo di potenziale assunzione clientelare?

Il rischio è proprio quello che Italia lavoro potrebbe ricevere le pressioni per nuovi assunti a progetto. E poi ci chiediamo, a cosa servirà il progetto Faro? Presentato qualche settimana fa in pompa magna, alla presenza del responsabile regionale di Italia lavoro, vorrebbe fare l’orientamento in Sicilia? Che senso ha che prima la Regione siciliana forma, a suon di quattrini (si parla di almeno 5 milioni di euro spesi negli anni precedenti) una platea di orientatore, professionalizzati da oltre dieci anni di attività sul fronte, e poi li butta a mare per ripartire da zero con nuove assunzioni? Precariato su precariato? E che fine farebbero i dipendenti regionali dei Centri per l’Impiego?

Circa cinque mila lavoratori pronti ad andare al Ciapi di Priolo per ingrossare le maglie del controllo politico? Scenari al limite dell’allucinante. Sarebbe Italia lavoro a gestire a Roma come in Sicilia l’orientamento al lavoro per i prossimi anni? Troppe coincidenze tra quanto accade a Roma e quanto invece non succede a Palermo.

Che ci sia un accordo sottobanco da custodire gelosamente nelle segrete stanze fino al momento dell’’avvio? Quindi, riepilogando, parrebbe che,sull’onta delle decisioni romane, e per il quale l’esecutivo regionale sembrerebbe, dai fatti analizzati, avere tenuto un silenzio omertoso alle parti sociali, sarebbero in ginocchio anche i circa 3 mila dipendenti operanti nei Centri per l’Impiego. Sarà così?

Altro allarme lo si è potuto raccogliere dall’esito nefasto dell’incontro Governo – sindacati in assessorato Lavoro. Eppure il presidente della Regione ha puntato tutto sulla competenza tecnica del suo governo. Ha rifiutato ogni forma di apertura al dialogo politico. Nell’insistere sull’attuale squadra di governo, fatta, lo ricordiamo, da tecnici specialisti della materia, chiediamo al Governatore, cosa hanno fatto la Scilabra (assessore alla formazione professionale) e la Bonafede (assessore al Lavoro) fino ad oggi? Quali problemi per i siciliani hanno risolto? La risposta la si può rinvenire nei risultati dell’azione amministrativa e dai fiumi di parole che hanno sterilmente inondato i tanti, troppi, tavoli tecnici caratterizzati da assoluta inutilità. Esempio? L’incontro sugli sportelli di oggi.

Eppure il Tavolo tecnico avrebbe dovuto dare risposte esaustive per la proroga degli Sportelli, per i contenuti del nuovo bando pubblico, per i criteri di gestione del mercato del lavoro da allineare alla programmazione comunitaria 2014/2020, per la conferma circa lo sblocco dei pagamenti attesi da troppo mesi dai lavoratori. Nulla di tutto ciò. Per i pagamenti ve lo diciamo noi cosa c’è, il Sic è sospeso. La piattaforma che elabora i mandati di pagamento non funziona, si dice che dovrebbe riprendere a funzionare il prossimo 6 agosto. Una follia se si pensa che una Sicilia intera vanta crediti nei confronti dell’amministrazione regionale. E con la crisi galoppante, il gioco è presto fatto. Di proroga e bando pubblico manco a parlarne. Altro che accordo sottoscritto trilateralmente, altro che impegni assunti. Che il Governo regionale si sia riscoperto voltagabbana?

Un risultato dal tavolo è emerso però. Almeno questo. Velo diciamo così come ci è stato riferito. L’assessore Bonafede avrebbe dichiarato che prima di comunicare ogni decisione avrebbe dovuto parlarne con il presidente Crocetta. Dal canto suo, la dottoressa Corsello, dirigente al ramo, avrebbe riferito che il suo è un ruolo tecnico e che eseguire ha bisogno dell’input della politica. Dalle nostri parti si chiama gioco a scaricabarile. Dopo mesi di trattative a singhiozzo, oggi primo agosto è questo il risultato dell’azione del governo regionale dei tecnici assoldati per rimettere in piedi la Sicilia

Iintanto, è lo stesso Esecutivo regionale a spingere fuori dal mercato gli enti formativi, costretti, in un contesto economico regressivo con il trend di crescita negativo, a dover collocare il 30 per cento degli allievi a fine attività corsuale. Il progetto sarebbe, allora, quello di far fuori gli enti formativi? È questa la rivoluzione tanto sbandierata dal presidente della Regione Crocetta? Si chiedono molti osservatori del sistema formativo ma il presidente della Regione è cieco o complice? Che sia questa la rivoluzione, quella che distrugge i siciliani per costruire un modello asociale, dove i lavoratori per risolvere il problema della sussistenza pensano al gesto estremo?

Comunicano sempre più ad arrivare segnali di scollamento. Forse che I siciliani a questo tipo di rivoluzione preferiscano la democrazia dei tempi di Cuffaro e Lombardo? La democrazia del fare e del creare lavoro a tutti i costi? In tutto questo ai siciliani viene spontaneo chiedersi ma il presidente Crocetta a che gioco sta giocando?


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