I Baustelle scendono in Sicilia per girare un documentario sul tema della morte. L'idea è quella di promuovere il nuovo singolo Baudelaire chiedendo ai siciliani «a cosa serve vivere?»- «Una canzone per non arrendersi alla morte». Intervista ai Baustelle
‘Spiegateci il senso della vita’
I Baustelle si concedono nuovamente una visita al sole di Sicilia. Ma stavolta non centra la musica. O meglio non centra SOLO la musica. Lidea del gruppo senese è infatti quella di girare un documentario durante una serie di incontri nei quali Francesco, Rachele e Claudio porranno ai loro interlocutori il quesito “a cosa serve vivere?”. Una sorta di conferenza al contrario da cui le risposte, debitamente filmate, serviranno a dare vita a due progetti paralleli: un documentario che abbia come tema dominante la morte e le tematiche del dolore e della lotta, intitolato Un viaggio verso linferno che è la vita, ed una serie di brevi riprese di luoghi ed esperienze sullo stesso tema che andranno a dare vita al video di Baudelaire, prossimo singolo tratto dal loro ultimo lavoro Amen.
Ieri mattina si è tenuto il primo dei due incontri nellatrio dellaula studio della facoltà di Scienze Politiche. Pochi i posti a sedere, ma molti gli studenti ed i curiosi intervenuti a dialogare con la band su un tema così difficile e al tempo stesso interessante. È lo stesso frontman Francesco Bianconi ad iniziare lincontro, motivando la scelta di questo progetto e la scelta della Sicilia come location: “Per promuovere Baudelaire abbiamo pensato a qualcosa di diverso dal solito video. Ci siamo ispirati ad un documentario di Pasolini, Comizi damore, in cui si chiedeva alla gente per strada cosa pensasse sull’amore, il sesso ed altre cose e abbiamo pensato di fare qualcosa di nostro, ponendo la domanda cardine della canzone: a cosa serve vivere, che poi è la domanda che mi pongo ogni mattina quando mi sveglio”. Sulla scelta della Sicilia, Francesco confessa di essere affascinato dalla forte contraddizione di una terra come la nostra che, seppur battuta dai raggi del sole, è pervasa da una forte componente di lutto e di tristezza, finendo per possedere una doppia anima, dilaniata da un insanabile contrasto.
Ed è questo stesso contrasto che i Baustelle vogliono trapiantare nel video di Baudelaire, brano che il cantante, autore di tutti i testi del gruppo, preferisce considerare non come : “un inno alla morte, bensì come un inno alla vita”, anche se le parole potrebbero indurre a pensare proprio il contrario. “In Baudelaire cè una mia risposta folle e delirante al quesito che vogliamo porre a voi oggi. Io sono ateo quindi non posso trovare una risposta come coloro che credono in qualcosa. Nel pezzo si citano una serie di vite tormentate, maledette, da non considerare per il loro rapporto con la morte, ma perché hanno teso allinfinito”. Rachele e Claudio si tengono in disparte, e preferiscono lasciare la parola allauditorio: “È per loro che siamo venuti. Preferiamo ascoltare cosa hanno da dire i ragazzi”. Finita la prima parte, si passa al momento in cui il gruppo ascolta e dialoga con il pubblico, affrontando il tema della morte non solo come fine della vita fisica, ma anche, e soprattutto, come sentimento di inedia ed astensione dalla voglia di vivere.
Per chi non avesse pazienza di aspettare il documentario che la band presenterà a partire dal 16 giugno negli store Fnac, può riascoltare lincontro on demand sul sito di Radio Zammù, oppure venire stasera ai Mercati Generali, dove i Baustelle continueranno a cercare delle risposte alla fatidica domanda.