Grazie a dei controlli incrociati, la Guardia di finanza di Palermo ha scoperto una frode da oltre due milioni di euro ai danni dell'assessorato ai Beni culturali regionale. 72 imprenditori operanti nel campo avrebbero presentato documentazioni falsificate per poter accedere ai finanziamenti concessi dalla legge a sostegno del settore artistico. Tra loro anche 22 casi a Catania e provincia
Spettacoli fantasma e false fatturazioni Truffa alla Regione, 22 enti catanesi coinvolti
Spettacoli mai realizzati, ma messi in cartellone per ottenere i rimborsi, false fatturazioni di spese, contributi previdenziali mai pagati. Sono gli stratagemmi che 72 imprenditori del settore artistico su 91 esaminati avrebbero messo in piedi nel 2008 per ottenere irregolarmente finanziamenti regionali destinati al settore per una cifra che si aggira attorno ai due milioni 300mila euro. L’accusa per loro – tra i quali 22 operatori culturali attivi a Catania e provincia – è a vario titolo di truffa aggravata ai danni dellente Regione e falso.
La frode è stata scoperta grazie a un’operazione condotta dalle fiamme gialle palermitane e coordinata dalla procura del capoluogo. Gli inquirenti hanno esaminato la posizione dichiarata da 91 imprenditori di vari enti sparsi su tutto il territorio siciliano che avevano fatto richiesta di essere inseriti tra i beneficiari della legge regionale 20/2007 riscontrando delle irregolarità nelle dichiarazioni di 72 di questi. Con l’acquisizione della documentazione presentata, i militari della Guardia di finanza hanno effettuato dei controlli incrociati con i diversi enti coinvolti, scoprendo così le incongruenze tra quanto dichiarato nella richiesta presentata all’assessorato regionale alla Cultura e le spese e i contributi effettivamente versati. In particolare sono risultati falsificati in numerosi casi le dichiarazioni di spese sostenute per la messa in scena di rassegne e festival in Italia e all’estero nel corso del 2008. I documenti, se non incompleti, a volte risultavano «artatamente predisposti e contraffatti», spiegano in un comunicato le fiamme gialle.
Sull’operazione la magistratura ha imposto il silenzio completo, non divulgando i nomi dei soggetti e dei responsabili coinvolti. Uno solo dei casi emersi durante le indagini è stato reso noto: il presidente di una delle associazioni coinvolte, dopo essere stato escluso dalla lista dei beneficiari dei contributi – ritenuta dai parametri imposti come di «modesto livello» – «ha tempestivamente provveduto a procurarsi ed a produrre falsa documentazione attestante lavvenuta rappresentazione di uno spettacolo a cui avrebbe partecipato un noto artista di fama nazionale, ma che, di fatto, non è mai stata realizzata».
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