Sparisce di nuovo il manifesto in ricordo di Libero Grassi «Dopo 28 anni c’è ancora chi teme un nome e una storia»

«Ventotto anni dopo c’è chi ancora teme un nome, una verità, una storia». E quel nome, quella verità, quella storia sono quelle di Libero Grassi, l’imprenditore ucciso la mattina del 29 agosto 1991 in via Alfieri. Sono appena le sette e mezza di un nuovo assolato giorno d’estate e lui sta andando a piedi a lavoro, quando quattro colpi lo raggiungono alle spalle, facendolo precipitare a terra. È in quell’esatto punto che, ogni anno, si rinnova l’appuntamento per ricordarlo, davanti a una chiazza di vernice rossa che allude al sangue e che, per l’occasione, viene ridipinta dai suoi familiari. Mentre a campeggiare sul muro è, da sempre, un manifesto che ricorda il suo omicidio e la solitudine in cui fu relegato in vita a causa dell’omertà di chi non lottò contro la mafia al suo fianco. 

Un manifesto che viene ristampato identico ogni anno e che viene riattaccato sopra a quello originale, ormai logorato dal tempo, durante la cerimonia commemorativa. Circostanza che si è ripetuta anche lo scorso 29 agosto, davanti a una folla commossa di cittadini, istituzioni e famigliari. Del nuovo manifesto, però, oggi sembra essersi persa ogni traccia. Passando in via Alfieri quello che campeggia sul muro, infatti, è la stampa originariamente posta anni fa, dopo all’omicidio di Libero Grassi, ormai sbiadito e rovinato. Che fine ha fatto quello nuovo preparato nemmeno due mesi fa? Possibile che si sia già staccato? Se così fosse, dov’è adesso e quando ne verrà messo uno nuovo e leggibile?

A chi è passato di là in questi giorni, però, non è sfuggito il dettaglio e il pensiero è stato subito dei peggiori: qualcuno potrebbe averlo staccato di proposito, per farlo sparire. Che si sia trattato, quindi, di uno sfregio alla memoria di Libero Grassi? Proprio in occasione dell’ultimo anniversario la figlia Alice non aveva mancato di osservare come, 29 agosto a parte, «dovremmo ricordare tutti i giorni», evitando insomma di manifestare interesse e cordoglio a comando, commemorazione dopo commemorazione. Un invito, insomma, ad esserci sempre. Ma che sembra essere, ancora una volta, caduto nel vuoto, a giudicare da questa spiacevole scoperta. «Purtroppo penso che sia stato staccato con l’intenzione di farlo, poi se sia una stupidata o un gesto consapevole non so», commenta Totò Cernigliaro, tra i primi a venire a conoscenza dell’episodio. «Potrebbe essere successo tra ieri e l’altro ieri, perché l’ultima volta che ci sono passata davanti lo avevo visto – ricostruisce Alice Grassi, figlia dell’impreditore ucciso -. Ieri ho ricevuto una foto da un amico e sono andata a constatare di persona. Ed era vero, lo hanno davvero strappato».

«Non si può non pensare subito a una cosa brutta oppure al limite che sia stato un cretino, i motivi questi possono essere – spiega -. Non mi sono informata con le attività che ci sono lì in zona per sapere se avessero visto o notato qualcosa di strano nei giorni scorsi. Prima quando succedeva questa cosa, dato che non è la prima volta, mi faceva arrabbiare molto. Ora invece mi ha veramente rattristata, anche perché quando l’ho saputo ero appena stata con i volontari di Solidaria per la presentazione del premio Libero Grassi, ero in un clima totalmente diverso insieme a persone pronte a offrire il proprio tempo per fare qualcosa di utile, e poi questo. Sullo sfondo di questa città contrastante dove la gente non trova di meglio da fare che strappare manifesti come questo». Impossibile non lasciarsi prendere dal rammarico. Tanto che, lì per lì, la prima idea che l’è venuta in mente è stata quella di non fare assolutamente niente.

«Un modo per fare vedere a tutti cosa riesce a fare questa città», dice. Ma è il pensiero di un attimo, presa dalla rabbia e dallo sconforto. Sparisce subito, per lasciare posto al suo tipico atteggiamento propositivo. «Il nuovo manifesto verrà riattaccato presto, sempre in quest’ottica, cioè che un minimo va detto a questa cavolo di città che c’è chi ancora oggi decide di strappare il manifesto in via Alfieri». Insieme a lei ci saranno anche i ragazzi di Addiopizzo, che dell’esempio di Libero Grassi ne hanno fatto la base di partenza da cui far cominciare la loro rivoluzionaria attività di sensibilizzazione e di supporto a tutte le vittime del racket mafioso. «Vogliamo pensare a una bravata di balordi, non meno grave di un gesto premeditato, di qualcuno che conosce poco della storia di Libero Grassi e di quel manifesto – dice a proposito Daniele Marannano di Addiopizzo -. Con buona pace di chi ha fatto questo gesto, lo riattaccheremo presto assieme ai familiari».


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