La questione rinnovo è il vero leitmotiv della conferenza stampa tenuta dal capitano: «Non è un discorso economico, in questo momento ci sono altre priorità. Il gruppo è giovane, l’impegno è massimo e meriteremmo una statua al Politeama. Schelotto? Il giorno prima dell'addio l'avevo visto un po' ombroso»
Sorrentino mette il contratto in standby «In questo momento conta solo il Palermo»
«Con tutto quello che è successo negli ultimi mesi, io non ho pensato al contratto perché ho avuto altre priorità. Ribadisco che non si tratta assolutamente di un discorso economico: se si trattasse di questo, avrei già firmato un contratto. Una notte non ho dormito perché ho ricevuto un’offerta di tanti milioni da una squadra estera (il Los Angeles Galaxy, ndr). Era un’offerta allettante, con quei soldi avrei assicurato un futuro alle mie figlie. Per loro farei qualunque tipo di lavoro, anche in futuro se non dovesse esserci spazio nel mondo del calcio». Si apre così la conferenza stampa del capitano del Palermo, Stefano Sorrentino, che ha voluto chiarire sin da subito, come prima cosa, la questione contratto, vero e proprio tema ricorrente. «Non ci sono passi avanti, è tutto in standby: noi abbiamo fatto la nostra proposta con i nostri paletti e anche la società ha elaborato la sua offerta con i propri paletti. Vedremo di incontrarci, ma in questo momento il rinnovo non è assolutamente la priorità. Nel momento in cui la situazione di classifica sarà un po’ più tranquilla e il margine nei confronti delle concorrenti sarà più ampio, affronteremo questo tipo di discorso. In questo momento la priorità è solo il bene del Palermo: il bene dei singoli deve essere azzerato, conta solo il collettivo».
Il portiere ha anche parlato del rapporto con il presidente: «Sono il capitano di questa squadra e in questi anni il mio rapporto con Zamparini è migliorato, lo ringrazio per le belle parole che ha speso e continua a spendere nei miei confronti». Il discorso si è poi spostato sulla salvezza e su tutto quello che sta succedendo in seno alla squadra rosanero: «L’equilibrio qui – continua Sorrentino – è molto sottile, non siamo ancora salvi e dobbiamo costruire il nostro percorso per la salvezza. In futuro vorrei essere ricordato come una persona onesta, sincera, schietta e trasparente, perché per me contano prima di tutto i rapporti umani. La mia forza è quella di mettermi sempre in discussione e qui a Palermo è proprio una sfida quotidiana: dobbiamo sempre dimostrare tutto, nonostante gli avvicendamenti in panchina. Noi giocatori continuiamo a pedalare per il bene del Palermo. Questa inoltre è una squadra piena di giovani che potrebbero essere condizionati da tutto quello che è successo. Il fatto di continuare a fare punti e a dare sempre il massimo mi fa pensare che meriteremmo una statua al Politeama. La nostra forza è quella di dover dimostrare di essere più forti di tutto quello che ci circonda».
L’ennesimo avvicendamento in panchina è avvenuto solo pochi giorni fa. Le dimissioni di Schelotto, però, sono arrivate quasi inaspettate: «Il giorno prima che andasse via l’avevo visto un po’ ombroso, ma non avevo pensato a un suo addio, chiunque può avere i propri problemi. Ho ricollegato soltanto il giorno dopo, quando è venuto a salutarci: lì ho capito che, anche il giorno prima, stava già valutando l’ipotesi di lasciare. Non me l’aspettavo, la squadra è rimasta un po’ spiazzata, ma siamo subito ripartiti con Bosi. Con tutti questi avvicendamenti in panchina, è chiaro che possano cambiare le gerarchie. Noi però in campo abbiamo sempre dato il massimo con qualunque allenatore, mettendoci sempre in discussione anche se non è mai facile ripartire». Una cosa che invece ha fatto molto piacere all’estremo difensore rosanero è la petizione sui social portata avanti dai tifosi con l’hashtag #savesorrentino: «Sono veramente contento di questa cosa, ma anche un po’ imbarazzato perché non sono abituato a tutti questi complimenti. Si tratta senza dubbio di un bel pensiero, mi fa piacere che la gente mi apprezzi e sono orgoglioso di essere il capitano del Palermo. La fascia di capitano è un “peso” che mi rende felice, che mi responsabilizza e che mi rende ancora più forte. È una grande emozione quando vado a Torino dalle mie figlie e mi sento chiamare “capitano” dai palermitani che vivono lì. Io lego questa fascia di capitano a una persona come Corini ed essere associato a uno come lui è un motivo di grande soddisfazione».
L’argomento rinnovo, però, resta quello più caldo. L’estremo difensore ha comunque un punto su cui non vuole discutere: «Uno dei miei paletti è chiaro: io non voglio fare da chioccia a nessuno, non perché sia presuntuoso, ma perché non me la sento di stare in panchina. Poi, se c’è qualcuno più forte è ovvio che continuo a lavorare, ma essere considerato come una chioccia a bocce ferme è una cosa che non mi appartiene». Se dovesse arrivare una chiamata dalla Nazionale, però, Sorrentino accetterebbe anche e non solo la panchina: «Quello è un discorso diverso, lì accetterei anche la tribuna. Mi piacerebbe salire su quell’aereo per gli Europei. Bisogna però essere onesti: magari avrei meritato la chiamata in Nazionale in questi anni, però non è facile perché ci sono altri che hanno fatto meglio di me. In questo ventennio, inoltre, c’è stato Buffon che non è un portiere qualunque. Sarei contento di andare agli Europei, ma tutto dipende dalle prestazioni che sarò in grado di offrire al Palermo. Solo questo può fungere da vetrina».
La prossima sfida vedrà il Palermo ospitare un Torino che attualmente sembra in crisi. Una sfida importante per i rosa in chiave salvezza. «È una partita tanto importante, quanto difficile. I numeri dicono che in questo momento il Torino è in crisi, ma è una squadra che ha ottime individualità». Per Stefano Sorrentino, però, quella contro i granata è e sarà sempre una partita speciale: «Da un punto di vista emotivo, per me non è una gara come le altre: il Torino è la squadra che mi ha lanciato nel mondo del calcio professionistico e sono felice di aver fatto parte di una società così gloriosa e importante. Ringrazio anche i tifosi granata per l’accoglienza che mi riservano sempre anche quando torno lì da avversario». L’estremo difensore si concede anche una battuta parlando proprio dell’eventuale esito positivo della prossima sfida: «Contro il Toro, un ulteriore stimolo è la classifica: se vinciamo li scavalchiamo e ci mettiamo sulla buona strada per la salvezza. È chiaro che a quel punto potremmo anticipare il discorso rinnovo».
Il capitano indica poi la strada per affrontare il prosieguo del campionato al meglio: «Mentalmente dobbiamo pensare che tutti gli avversari sono più forti di noi, poi deve essere il campo che deve smentire e ribaltare il pronostico. Noi abbiamo fame e voglia di lottare, in questo dobbiamo essere superiori agli altri». La ricetta per far sì che tutto vada bene, però, può essere una sola: «Come ho già detto dopo la gara contro il Sassuolo, spero tanto che il Barbera si riempia e che i tifosi ci diano una mano. Ho giocato tante volte a Palermo da avversario con lo stadio pieno e so cosa vuol dire il dodicesimo uomo in campo. Mi piacerebbe rivivere questa situazione da giocatore del Palermo». L’ultima battuta di Sorrentino è su Josip Posavec, il giovane portiere croato arrivato a gennaio dall’Inter Zapresic: «Non posso esprimere un giudizio definitivo, ma sembra un buon portiere. Purtroppo ha avuto la sfortuna di infortunarsi subito, al primo allenamento. La scuola dell’est è diversa da quella italiana, ma voglio fargli un grande in bocca al lupo e spero che si riprenda presto».