Solvente al posto dell’acqua al bar. A processo il banconista dopo la morte del cliente

Il solvente al posto dell’acqua in un bicchiere accanto alla tazzina del caffè in un bar di Agrigento. Dopo averlo bevuto, nell’aprile del 2018, il 74enne Calogero Capitano è morto. Per questo oggi il banconista Emiliano Civiltà (di 38 anni) è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omicidio colposo. Una disattenzione per cui, invece dell’acqua, il barista aveva versato nel bicchiere un solvente utilizzato per lavare le stoviglie. Prosciolto, invece, il 41enne Calogero Sajeva, il titolare del bar di famiglia a cui si contestava di non avere vigilato sul dipendente. 

Capitano, subito dopo avere bevuto, aveva riportato gravissime ustioni del cavo orale e dell’esofago. Con il passare dei mesi le sue condizioni di salute erano molto peggiorate: aveva perso più di venti chili e aveva anche sviluppato diverse patologie. Otto mesi dopo, il 3 febbraio del 2019, era morto. In un primo momento, la procura aveva iscritto solo il titolare del locale nel registro degli indagati. Dopo avere svolto diversi accertamenti, è emersa l’ipotesi di un nesso tra l’ingestione del solvente e la morte. A decidere il rinvio a giudizio per il banconista è stato il gup Stefano Zammuto. La prima udienza del processo è prevista per il 26 giugno.


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