L'iniziativa nasce all'interno dell'Help center della Caritas. A coordinarla Salvo Guarnera, cardiologo della clinica Morgagni. «Per ragioni sia culturali che economiche, ci sono fasce di cittadini che non sanno proprio a chi rivolgersi per potersi curare», spiega. L'obiettivo è creare anche occasioni di inserimento sociale
Solidarietà, una rete di medici etnei volontari «Ambulatorio gratis per chi non si può curare»
Un centro di ascolto, dove incontrare anche pediatri, cardiologi e dentisti, oltre a medici di base. Un gruppo di dottori volontari presterà servizio gratuitamente all’interno dell’Help center della Caritas, a pochi passi dalla stazione centrale. L’ambulatorio sarà aperto due giorni alla settimana, il martedì dalle 9.30 alle 12 e il sabato fino alle 11. A coordinare il progetto – chiamato Rete di accoglienza sanitaria – è Salvo Guarnera, cardiologo, responsabile del Centro cuore della clinica Morgagni.
Il servizio è partito il primo marzo. Aperto a tutti, cittadini italiani e stranieri, fungerà da struttura di primo supporto e nel caso in cui le condizioni dei pazienti lo richiedessero, chi ne avrà bisogno sarà trasferito in strutture specializzate secondo quanto stabilito dai singoli medici. «Il primo giorno è stato molto positivo, quasi non ci credevamo», racconta ancora un po’ stupito Guarnera. «Si sono presentate molte persone che avevano svariati problemi – continua – Da quelli banali, come piccoli cali di pressione, a chi aveva un passato di cure importanti intraprese e si è poi perso, perché non ha più avuto la possibilità di essere seguito con costanza».
L’idea di avviare la Rete «nasce da una constatazione: per ragioni sia culturali che economiche, ci sono fasce di cittadini che non sanno proprio a chi rivolgersi per potersi curare», spiega Salvo Guarnera. «Molti catanesi sono esclusi da percorsi di qualsiasi tipo, per non parlare dei migranti che arrivano senza alcuna possibilità di avere assistenza di base». Il cardiologo fa l’esempio tra i più banali: «Devo fare una radiografia: mi serve la richiesta del dottore, contattare il numero verde, prenotare – elenca – E tenere in conto i lunghi tempi di attesa». La possibilità di rivolgersi a un privato per l’esame, ovviamente, è esclusa. «Ma le persone vanno ben indirizzate per avere cure efficaci, tempestive». Una questione che non è solo di carattere economico. «Sono in molti a non avere nessuno a cui appoggiarsi – sottolinea il coordinatore – spesso è una rete di conoscenze sociali che manca».
L’iniziativa prende il via dall’esperienza portata avanti dalla Caritas nel presidio di piazza Giovanni XXIII. «Facendo attività all’Help center ci siamo resi conto che era utile fare innanzitutto un centro di ascolto – prosegue il cardiologo – raccogliere tutte le esigenze e da lì creare una rete». Perché se sono molte le persone in difficoltà, altrettanti sono i potenziali volontari che vorrebbero impegnarsi in attività di questo tipo. «Ci sono tanti medici, tante buone volontà, persone molto disponibili». Finora a rispondere all’appello di Salvo Guarnera sono stati una ventina di dottori, ma la prospettiva «è quella di coprire tutti i giorni della settimana con un medico sempre disponibile», anticipa il coordinatore
«Catania è una città estremamente generosa e solidale. Ci sono dei medici che, ciascuno nel proprio ambito, hanno creato realtà del genere». Uno di questi è l’ambulatorio per donne in gravidanza al Cannizzaro. «Oggi al bisogno di salute si accompagna la necessità di inserimento sociale – continua – Una donna, per esempio una nigeriana, dopo aver partorito magari non sa dove poter trovare un posto dove vivere. Avviando una rete, si può cercare l’inserimento in una casa famiglia e tutti i passi successivi per avere autonomia», immagina Guarnera. «Tante opportunità che partono dal bisogno di cure, ma non si limitano solo a questo».