Finalmente la regione siciliana ha trovato il modo per risparmiare un po' di soldi. Tranquilli: non verranno toccate le indennità dei parlamentari. E nemmeno quelle dei dirigenti generali. E nemmeno quelle dei dirigenti. E nemmeno quelle dei funzionari. I risparmi verranno 'raschiati' dalle società partecipate dalla stessa regione.
Società regionali: tagli per gli stipendi bassi per garantire manager e ultra-raccomandati
Finalmente la Regione siciliana ha trovato il modo per risparmiare un po’ di soldi. Tranquilli: non verranno toccate le indennità dei parlamentari. E nemmeno quelle dei dirigenti generali. E nemmeno quelle dei dirigenti. E nemmeno quelle dei funzionari. I risparmi verranno ‘raschiati’ dalle società partecipate dalla stessa Regione.
Ovviamente, il riferimento è alle società interamente regionali. Anche in questo caso, vorremmo tranquillizzare gli amministratori di queste società: le loro (laute) indennità non verranno nemmeno sfiorate. E non verranno toccati gli stipendi dei super raccomandati. Le ‘forbici’ dell’amministrazione regionale si metteranno in moto solo per chi, ogni mese, guadagna da mille e 10 a mille e 400 euro al mese.
La scelta dell’assessorato regionale all’Economia è piuttosto lungimirante e, a tratti, anche intelligente. Vediamo per grandi linee, il perché.
Fino a prima dell’avvento del Governo Lombardo presso le società partecipate dalla Regione prestavano servizio circa 10 mila addetti. Oggi il numero è lievemente aumentato (anche se non tutti i nuovi assunti vantano un contratto di assunzione vero e proprio: ed è anche logico: così la politica può tenerli meglio al ‘guinzaglio’).
La stragrande maggioranza dei dipendenti di queste società incassa, ogni mese, uno stipendio medio di mille e 100-mille e 200 euro. Utilizzando la metodologia econometrica definita anche “conto della serva” – che poi è l’unica metodologia in voga presso gli uffici dell’assessorato regionale all’Economia – togliendo 200 euro a testa alla stragrande maggioranza dei dipendenti di queste società si può raggranellare una bella sommetta.
Certo, non si risanano i conti della Regione siciliana. Cosa, del resto, che l’attuale governo regionale non si sogna di fare. I risparmi da imporre alla gran massa di dipendenti delle società partecipate dalla Regione possono essere utilizzati in termini ‘produttivi’, magari pensando alla campagna elettorale per le elezioni regionali che ormai si approssima (consulenti, incarichi, clientele e ‘creste’ varie).
La stragrande maggioranza di questi dipendenti ai quali verrà alleggerito lo stipendio dovrebbe essere contenta. In primo luogo perché togliere 2 mila euro al mese a chi ne guadagna 7-8 mila al mese è un problema che potrebbe sfociare in un dramma (pensate a quali sacrifici si dovrebbe sottoporre chi è abituato a ‘tirare’ solo cocaina di prima scelta).
Mentre chi è abituato con mille e 100 euro al mese, si sa, con 200 euro in meno si arrangia: può sempre saltare un paio di volte il pranzo durante la settimana per rimanere in linea (in questo è un risultato importantissimo con la dannazione del costume), può smettere di fumare guadagnando in salute, può andare a lavorare a piedi invece che con un mezzo di trasporto e via continuando.
In fondo non sono grandi sacrifici. E troviamo assurdo che i sindacati contestino questa scelta oculata messa in campo dal Governo regionale. L’opzione del Governo Lombardo-Pd sulle società collegate è giusta. Togliere un po’ ai poveri per consentire ai ricchi di avere qualcosa in più e, soprattutto, di non contribuire ai costi della prossima campagna elettorale è il minimo che si possa chiedere a un vero Governo regionale di sinistra.
I dipendenti che perderanno appena 200 euro dovrebbero essere ben felici di contribuire a sostenere le ragioni dell’attuale Governo regionale. Mentre a certi sindacalisti estremisti che si rifiutano di accettare un misero taglio di 200 euro al mese a chi ne guadagna mille e 100 bisognerebbe ricordare che, nella vita, i soldi non sono tutto…