L'ex portiere rosanero, testimonial del primo stage post-Covid a livello internazionale, ha consegnato il 'cimelio' sul terreno di gioco dello stadio Barbera al dt del settore giovanile Rinaudo. Il Camp targato La Cavera Academy coinvolge quattro diverse Nazionai ed è in programma dal 4 all'11 luglio
Soccer Camp, Amelia dà i guanti per il Palermo «Una parte di me per il museo, ne vado fiero»
Ha ripreso la serie A e il resto del calcio professionistico ma il concetto di ripartenza post-Covid 19 può essere associato anche al calcio di base. Profumo di normalità e voglia di voltare pagina dopo mesi difficili sono la benzina che alimenta il motore dell’undicesima edizione palermitana dell’European Soccer Camp, stage estivo (il primo a livello internazionale dopo lo stop forzato a causa del lockdown) targato La Cavera Academy in programma a Palermo dal 4 all’11 luglio. Sarà lo Sport Village di Tommaso Natale la base operativa del Camp rivolto a ragazzi provenienti da quattro Nazioni diverse (Italia, Belgio, Lussemburgo e Francia) e di età compresa dai quattro ai vent’anni chiamati ad una full-immersion nel mondo e nei ritmi lavorativi del professionismo.
«È il Camp della rivincita dopo la sconfitta subita nel match contro il virus – ha sottolineato Francesco La Cavera, presidente dell’Accademia organizzatrice dell’evento – durante il lockdown io ho pensato ai bambini, ho continuato a credere che il Camp lo avrei fatto e oggi i risultati mi hanno dato ragione. Sono fiero e orgoglioso di portare qui nella mia città questi ragazzi ai quali vogliamo far vivere una settimana da sogno trasmettendo la nostra passione e tutta la nostra esperienza». Rispetto agli anni scorsi, coloro che parteciperanno a questa edizione avranno l’opportunità di sostenere delle sedute strutturate come se fossero allenamenti individuali: «La Comunità Europea ci ha imposto dei vincoli legati al momento particolare, motivo per cui possiamo lavorare al massimo con 50 ragazzini. Lo staff però non è diminuito – anzi è stato rinforzato come la logistica – e in questo modo, in virtù del rapporto 1 allenatore-5 ragazzini al massimo nell’ambito di doppie sedute giornaliere per cinque giorni alla settimana, i risultati sono raddoppiati».
Testimonial del prestigioso appuntamento, che ieri mattina ha fatto tappa allo stadio Renzo Barbera, è l’allenatore Marco Amelia. L’ex portiere rosanero (nella stagione 2008/09 in serie A), campione del Mondo in Germania nel 2006 con la Nazionale azzurra, sul terreno di gioco dell’impianto di viale del Fante ha consegnato al direttore tecnico del settore giovanile del Palermo, Leandro Rinaudo, dei guanti firmati destinati al museo rosanero che aprirà il prossimo 1 novembre in concomitanza con il 120esimo anniversario della nascita del club: «È un immenso piacere regalare questa piccola parte di me ai tifosi – ha ammesso – tornare al Barbera è sempre un’emozione unica. È uno stadio nel quale mi sono tolto personalmente qualche soddisfazione e di cui conservo ottimi ricordi. Salivi le scalette per entrare in campo e già sentivi il vibrare di tutta la gente che ci sosteneva. Mi fa piacere che stiano tornando queste sensazioni. Un giudizio sul Palermo? Intanto ha compiuto la propria missione e vi assicuro che non è facile, in qualità di squadra che deve vincere il campionato, stare sempre in vetta. L’ha spuntata perché ha dimostrato di avere qualcosa in più. Per quanto riguarda la prossima stagione, giocherà in C nel girone più difficile. Servirà il giusto mix di giocatori esperti e giovani, risorsa importante all’interno della rosa. In questa categoria, in ogni caso, la differenza a mio avviso la fa il sostegno della città e della gente, in grado di trasmettere a tutti quella forza in più per ottenere un risultato veramente importante per un club come questo».