Nel consuntivo passato i ricavi da vendite ammontavano a 13,6 milioni, quest'anno sono in risalita ma comunque più bassi, a 12,9. I costi sono cresciuti con il rinnovo delle licenze e i maggiori compiti affidati alla partecipata. Crescono anche le spese per lo sviluppo informatico del Comune di Palermo, anche grazie al Pon Metro
Sispi, da giunta ok a budget e piano industriale Dal 2014 crollo di ricavi e utili, più investimenti
La giunta Orlando ha approvato il budget 2017 e il piano industriale 2017/2019 della Sispi. In precedenza era arrivato l’ok dei revisori e del collegio sindacale. Un documento delicato e per certi versi atteso dopo le bacchettate della Corte dei Conti sulla gestione delle multe e sul software informatico usato dal Comune. La partecipata ha trasmesso il testo all’amministrazione il 30 settembre, quindi ben prima che entrasse in vigore il nuovo regolamento sui controlli interni, approvato dal Consiglio il 9 febbraio dopo il pressing dei magistrati contabili: la delibera parte dunque dal regolamento precedente «sulle attività di vigilanza e controllo su società ed enti partecipati». In ogni caso prima l’esecutivo, e in un secondo momento pure l’aula, avevano predisposto nei mesi scorsi alcune linee guida sui tagli alle spese e in materia di efficienza e trasparenza.
A questo seguiranno probabilmente i budget delle altre partecipate: manca poco alla scadenza fissata al 28 febbraio dalla legge statale di bilancio per l’approvazione dei previsionali da parte dei Comuni, anche se in passato le proroghe non sono mancate. Passiamo ai numeri. I ricavi da vendita della Sispi sono nettamente diminuiti rispetto al passato: nel consuntivo 2014 ammontavano a 13,6 milioni, l’anno dopo c’erano già 300mila euro in meno, nel budget 2016 12,5 milioni con una previsione di risalita nel budget 2017 a 12,9 milioni. Si tratta comunque di un calo del 2,47 per cento rispetto al consuntivo 2015 (ma con un +3,95 per cento sul 2016). Più in generale il valore della produzione è sceso di anno in anno (14 milioni tondi nel 2014, poi 13,1 e 12,5) per poi risalire – almeno questa è l’intenzione – da quest’anno.
Anche gli accantonamenti registrano il segno meno: si erano sempre mantenuti sui 250mila euro o poco più, per quest’anno scenderanno a 200mila. Ai 12,9 milioni del valore di produzione si arriva sommando i 9,2 milioni per la gestione del Sitec – il Sistema Informatico e Telematico Comunale – e i 3,7 milioni per la gestione informatica di multe, tributi e, l’ultima novità, i pass per le zone blu.
I costi, al contrario, sono lievitati in questi anni: l’azienda non ha saputo tagliare i consumi di materie prime e merci (dai 542mila euro del 2014 quest’anno schizzeranno a 637mila, il punto più basso lo segna il consuntivo 2015 con 523mila euro, rispetto al quale dunque si registra un +17,93 per cento): nella delibera gli uffici sottolineano che «nella proposta di budget non sono presenti elementi di riduzione e contenimento dei costi rispetto ai dati a consuntivo dei bilanci chiusi per l’esercizio finanziario 2015».
L’aumento è dovuto in particolare al rinnovo delle licenze per i software e i sistemi di pagamento elettronico, ma con i nuovi servizi affidati da Palazzo delle Aquile sono lievitati anche i costi, ad esempio, per la notifica delle contravvenzioni e per gli accertamenti tributari. Preoccupante anche il crollo dell’utile di esercizio: prendendo in considerazione gli stessi step finanziari la Sispi registra 1,3 milioni nel 2014, poi 734mila euro, 414mila e 105mila. Tra il budget 2017 e il consuntivo 2015 c’è un eloquente -593,65 per cento.
In compenso la Sispi ha iniziato a investire di più: di solito le spese per i servizi costano – bene o male – 3,5 milioni l’anno ma nel 2017 si pensa di arrivare a 3,9. Oscilla la spesa del personale: 6,2 milioni a consuntivo 2014, 6,4 a consuntivo 2015, 6,2 nel budget 2016 e 6,3 quest’anno. E comunque l’azienda ha bisogno di dieci tecnici informatici e spera di poterli assumere nell’arco del triennio ma, avvertono da piazza Pretoria, solo «nel rispetto del contenimento degli oneri contrattuali e delle assunzioni di personale […], nonché della riduzione progressiva del rapporto tra spesa di personale e spesa corrente». In soldoni: se prima qualcuno non se ne va in pensione, nessuno può entrare. Sforbiciata netta, infine, ai costi per la sede e per gli organi sociali.
Tra gli investimenti previsti nel piano industriale, per un totale di 6,2 milioni: 850mila per rinforzare i servizi di rete e le infrastrutture telematiche, 420mila euro per l’aggiornamento e la formazione continua del personale, 650mila per sostituire gli strumenti tecnologici più vecchi in uso al Comune, 1,4 milioni per l’adeguamento della sede, 550mila euro per le piattaforme applicative. Investimenti finanziati per il 35 per cento con risorse proprie e il resto con il Pon Metro. Tra gli obiettivi anche la costante dematerializzazione e informatizzazione degli iter burocratici, l’avvio di servizi smart e l’estensione di quelli online (si pensi alle novità che hanno interessato l’anagrafe in questi anni) e un riassetto organizzativo aziendale.