Oltre mille studenti provenienti da tutta la provincia si sono riuniti per un sit-in, per denunciare l'impossibilità di proseguire le lezioni in aule troppo fredde. L'ex provincia, ente competente, è in dissesto. Così alcuni sindaci stanno cercando di correre ai ripari
Siracusa, studenti in piazza contro #ufridducapala «Non siamo surgelati». Niente soldi per carburante
#fridducapala, un hashtag ma anche lo slogan scelto dagli studenti della provincia di Siracusa per puntare l’attenzione sull’atavico problema delle aule scolastiche fredde. «Siamo studenti, non surgelati», denunciano i ragazzi che ieri si sono ritrovati in largo XXV luglio, nei pressi del Tempio di Apollo di Siracusa, per un sit-in. La manifestazione ha visto la partecipazione di «più o meno 1100 persone, tra studenti di Siracusa, Noto e Lentini – dice a MeridioNews Erika Cataldi, rappresentante del Liceo Classico Matteo Raeli di Noto – siamo scesi in piazza per protestare contro la mancanza di fondi per l’approvvigionamento del carburante», una questione che puntuale si ripresenta ogni anno e che costringe le scuole a tenere spenti i termosifoni delle classi.
A partecipare, in particolare, per quanto riguarda Siracusa sono stati gli alunni dei licei O.M. Corbino, Quintiliano, Luigi Einaudi, Gagini e degli istituti Rizza, Insolera, Fermi e Federico II di Svevia, mentre da Noto sono arrivati gli studenti del Matteo Raeli, da Lentini quelli del liceo Vittorini e da Rosolini una rappresentanza dell’Archimede. «A causa delle bassissime temperature nelle aule scolastiche, non siamo nelle condizioni di poter frequentare le lezioni – dichiarano – la legge dice che la temperatura in tutti gli ambienti scolastici deve essere di 22 gradi». Condizioni che, a causa dei riscaldamenti spenti, mancano all’interno delle aule, da qui il malcontento dei ragazzi che hanno scelto la giornata di ieri per scendere in strada, dal momento che già lo scorso giovedì le temperature sono diminuite ulteriormente.
«Una delegazione di studenti ha avuto un incontro in prefettura – aggiunge Cataldi – ma lì è stato loro comunicato che la competenza è della ex provincia». La richiesta è la solita, quella di «attivare, con l’urgenza del caso, gli impianti di riscaldamento» ma la soluzione non è così semplice: i pochi mezzi a disposizione del Libero Consorzio non permettono agli uffici di risolvere la questione in tempi brevi, ma ciò nonostante l’ente sta cercando di correre ai ripari chiedendo l’aiuto dei Comuni. Ieri, la dirigente del quinto settore (che comprende il servizio alla pubblica istruzione) Antonella Fucile e il geometra Antonio Roccaro, capo settore dell’ufficio manutenzione e patrimonio, hanno incontrato i sindaci di Lentini, Carlentini e Francofonte per fare il punto della situazione. «Abbiamo fatto un sopralluogo tecnico – spiega a MeridioNews il primo cittadino di Lentini, Saverio Bosco – e abbiamo dato la disponibilità, come Comune, di contribuire all’acquisto di condizionatori per le aule sprovviste». Una soluzione adottata, già parecchi anni fa, da altri dirigenti scolastici che hanno fatto installare dei condizionatori in ogni classe dei rispettivi istituti. È il caso, per esempio, del tecnico economico Alaimo di Lentini, dove da tempo la temperatura degli ambienti è ottimale in ogni stagione.
Anche i sindaci di Carlentini e Francofonte individueranno delle risorse per andare incontro alle richieste degli studenti: di certo si tratta di provvedimenti straordinari, visto che delle scuole superiori, com’è noto, dovrebbe occuparsi il Libero Consorzio. «Pur essendo in dissesto – ammette Bosco – dobbiamo fare ogni sforzo, così come facciamo per le scuole di nostra competenza». Disponibilità anche da parte del sindaco di Noto Corrado Bonfanti, che con apposita determina, ieri, ha disposto l’acquisto del carburante per il Matteo Raeli, una struttura polivalente che raggruppa otto plessi: di questi, alcuni – secondo quanto si apprende – dovrebbero aver provveduto autonomamente, mentre agli altri ci penserà il Comune, che a breve dovrebbe dunque accendere i termosifoni laddove non è stato già fatto.