Siracusa, fermata nave con gasolio contrabbando Centomila litri senza documenti sulla provenienza

Una nave battente bandiera del Togo è stata fermata a largo della riserva di Vendicari con a bordo centomila litri di carburante di contrabbando e 31mila euro in contanti, considerati dell’attività illecita. È stata la Guardia di finanza di Siracusa a intervenire, nella serata del 26 ottobre, e a eseguire il sequestro del prodotto su disposizione della locale Procura. 

Due unità navali delle Fiamme gialle hanno intercettato la motonave Grain M, a bordo c’erano cinque membri dell’equipaggio di nazionalità indonesiana. Il comandante non è stato in grado di mostrare il previsto manifesto di carico, tuttavia è stato accertato che trasportava un importante quantitativo di carburante, privo di documentazione sulla provenienza del prodotto. I Finanzieri hanno quindi avvisato il magistrato di turno, Vincenzo Nitti, e hanno scortato la nave al porto grande di Siracusa per una visita doganale.

Così è stato rinvenuto un enorme quantitativo di carburante, pericolosamente stipato all’interno di tre cisterne convenzionali, posizionate nella zona maestra dell’imbarcazione ed all’interno di una grossa cisterna, ricavata artigianalmente nella zona di sentina, sotto la linea di galleggiamento del natante, per un quantitativo totale di circa centomila chili. L’ispezione è stata condotta anche con l’uso delle unità cinofile, perché la motonave era stata segnalata per traffico internazionale di sostanze stupefacenti. A bordo sono stati trovati anche undici chili di tabacchi di contrabbando e 31mila euro circa. 

Il 25enne comandante J.A.T. è stato sottoposto alla misura cautelare del fermo di polizia giudiziaria per i reati di contrabbando di oli minerali e di tabacchi lavorati esteri e per il reato di riciclaggio. Gli altri quattro componenti dell’equipaggio son stati denunciati a piede libero per il reato di favoreggiamento personale. Le indagini però proseguono, su disposizione del procuratore capo Francesco Paolo Giordano, per individuare i canali di approvvigionamento del prodotto di contrabbando ed i destinatari finali. A ottobre la Procura di Catania ha condotto un’operazione sul petrolio di contrabbando che dalla Libia arrivava in Italia, un traffico che ha avuto al centro il porto di Augusta.


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