«Mi sono limitata a fare il mio dovere, controllando e denunciando ciò che secondo me non andava e per averlo fatto mi sono ritrovata a subire intimidazioni, minacce e l'incendio dell'auto». Simona Princiotta è la consigliera che ha dato il via alle indagini della Finanza su una serie di servizi comunali affidati in modo opaco
Siracusa: appalti pubblici, politica e favori Parla la consigliera che ha svelato il sistema
Servizi e affidamenti dati dal Comune senza regolari bandi, progetti approvati nel giro di poche ore, favori ai parenti dei consiglieri. È questo lo scenario che emerge dalle parole di Simona Princiotta, consigliera comunale del Partito Democratico a Siracusa, che attraverso le sue denunce ha portato all’apertura di due indagini e all’iscrizione nel registro di indagati di tre colleghi, un assessore, un dirigente comunale, nonché alle dimissioni del presidente del consiglio Leone Sullo.
«Mi sono limitata soltanto a fare il mio dovere, controllando e denunciando ciò che secondo me non andava – racconta Princiotta – e per averlo fatto mi sono ritrovata a subire intimidazioni, minacce e l‘incendio dell’auto». I fatti risalgono a quasi due anni fa, quando la consigliera ha iniziato a voler vedere chiaro sul sistema che regolava l’affidamento della gestione degli asili comunali, degli impianti sportivi e del servizio di telesoccorso. Procedure che regolarmente sarebbero state viziate da favoritismi a favore di associazioni e cooperative ricollegabili ad altri consiglieri, e su cui adesso la Guardia di Finanza vuole vederci chiaro.
Tra le denunce, anche quella riguardante la realizzazione di un campo estivo destinato a bambini provenienti da famiglie disagiate. Un progetto che si aggiudicò l’associazione Zuimama, per un importo complessivo di poco meno di 11mila euro, che doveva prevedere una serie di attività sulla cui effettiva realizzazione Princiotta nutre diversi dubbi: «È strano come a distanza di mesi non esista una rendicontazione del lavoro svolto – continua la consigliera – ma le stranezze non si limitano a questo e risalgono alla stessa genesi del progetto». Stando, infatti, alle parole dell’esponente del Pd, l’idea del campo estivo risale alla fine del 2014, poco prima di Natale: «Era il 22 dicembre quando l’assessore Troia informa, tramite comunicazione agli uffici, dell’intenzione di creare le condizioni per dare vita al progetto – aggiunge Princiotta -. Un iter come tanti altri, se non fosse che già l’indomani mattina, miracolosamente, al protocollo viene presentata dalla Zuimama la proposta di un progetto identica a quella pensata dall’assessore».
Immediato anche l’arrivo dell’impegno di spesa sul bilancio del 2014, anche se l’attività sarebbe stata svolta soltanto nel 2015: «Non è consentito ma al Comune non è la prima volta che le determine vengono fatte con la presunzione di poter evitare di attenersi alla normativa», commenta Princiotta, che poi sottolinea come Zuimama nello stesso inverno avrebbe gestito in «una forma di subappalto non consentita» un progetto da 36mila euro riguardante l’animazione natalizia, che ufficialmente si era aggiudicato una cooperativa specializzata nel noleggio di service. Qual è il motivo per cui Zuimama avrebbe beneficiato di questa corsia preferenziale? Per Princiotta, la risposta andrebbe ricercata nella vicinanza dell’associazione alla consigliera Carmen Castelluccio, anche lei esponente del Pd. Da parte sua, l’associazione si dichiara tranquilla davanti alle accuse: «Abbiamo saputo delle indagini – dichiara una responsabile – ma siamo sereni. Si è trattato di un progetto nel quale abbiamo assicurato un impegno ancora maggiore rispetto alle richieste. Accogliendo oltre venti bambini e prolungando le attività di ben cinque settimane».
In attesa che le indagini vadano avanti, per Princiotta la quotidianità continua in un clima di isolamento, che tutto sommato per la consigliera non è una novità: «Non è che prima fossi più considerata» è il commento dell’esponente del Pd. Il riferimento va alle numerose minacce che hanno accompagnato la sua attività politica, alcune delle quali sarebbero state fatte dal dimissionario presidente del Consiglio Leone Sullo: «Più volte mi avvicinò intimandomi di non andare avanti con le denunce, di ritirarle. E una volta si presentò perfino a casa mia». Riguardo a queste accuse, Sullo ha replicato nei giorni scorsi con una lettera: «Difenderò la mia onorabilità», ha detto l’ormai ex presidente del consesso civico, che proseguirà la propria attività dai consiglieri comunali.