Qualche modo di dire, dall’inglese al latino. Diversi «la situazione sta migliorando». Un po’ di fatalismo e molto ottimismo. Sono gli ingredienti scelti dal sindaco di Catania Enrico Trantino per la sua intervista alla BBC, il servizio pubblico radio-tv del Regno Unito, che ha dedicato alle emergenze siciliane uno spazio tra le notizie del giorno […]
Il sindaco di Catania intervistato dalla BBC: «La situazione sta migliorando, i siciliani sanno reagire alle avversità»
Qualche modo di dire, dall’inglese al latino. Diversi «la situazione sta migliorando». Un po’ di fatalismo e molto ottimismo. Sono gli ingredienti scelti dal sindaco di Catania Enrico Trantino per la sua intervista alla BBC, il servizio pubblico radio-tv del Regno Unito, che ha dedicato alle emergenze siciliane uno spazio tra le notizie del giorno di mercoledì 26 luglio (da ascoltare sul sito dell’emittente, a partire da 1.52.30). Il giornalista Nick Robinson, arrivato in Sicilia un paio di settimane fa, aveva già intervistato il primo cittadino etneo a proposito dei flussi migratori dall’Africa. Davanti ai 48 gradi di temperatura, le interruzioni di corrente e gli incendi che hanno flagellato Catania, ha deciso di porgli qualche altra domanda su questa nuova emergenza. Che, come l’altro tema, non era poi così imprevista.
«Abbiamo vissuto momenti terribili – racconta Trantino in un inglese sufficientemente lontano dagli shish di renziana memoria – Tra le alte temperature e il forte vento dal sud, gli elicotteri avevano difficoltà a volare e molte case sono state distrutte dal fuoco, ma ci consideriamo fortunati perché nessuno ha perso la vita». Solo l’ultima della sfilza di problemi che la città ha dovuto affrontare, come ricorda il sindaco: «I cittadini sono davvero giù di morale perché prima abbiamo avuto la chiusura dell’aeroporto, poi i problemi con l’acqua, poi con la luce e infine il fuoco. E tutto in una settimana». Cronaca degli eventi che apre al leit motiv dell’intera intervista: quell’Andrà tutto bene che, però, così bene non pare avere portato. «A me piace ricordare il detto americano When the going gets tough, the tough get going (quando il gioco si fa duro, i duri cominciano a giocare, ndr), spero vada così».
Il giornalista inglese torna sul tema cittadino del momento: i blackout elettrici, con «i cavi che si sono sciolti – spiega Trantino – Non so cosa sia successo, ma so che dovrebbe essere risolto oggi (mercoledì, ndr)». Non è andata così – con ancora vaste zone della città senza luce e acqua -, ma il sindaco guarda già oltre: «Sa, i siciliani sanno reagire alle avversità – dice ai microfoni della BBC – e io sono sicuro che supereremo questo momento, facendoci trovare pronti ad accogliere i turisti nella nostra splendida Sicilia». Turisti che, comprensibilmente, in questo momento stanno provvedendo piuttosto a cancellare le proprie vacanze sull’Isola. «È vero, ma la situazione sta migliorando – ribatte Trantino – Ogni giorno aumenta il numero di voli che possono decollare e atterrare, e domenica dovrebbe essere pronto il nuovo terminal che permetterà di ricevere più voli». Botta di ottimismo che anticipa di almeno 24 ore il piano: domenica, infatti, è previsto l’arrivo dei radiogeni, strumenti che consentiranno le operazioni di check in e controlli all’interno della quarta tensostruttura montata, una sorta di piccolo terminal aggiuntivo. Una volta completato il collaudo si stima di arrivare a 14 voli ogni ora.
«Progressivamente stiamo recuperando la normalità», insiste il primo cittadino. Normalità che rischia di non tornare per chi ha visto andare a fuoco la propria casa. Ed è proprio sulla conta dei danni, per la città e per i cittadini, che Robinson concentra la sua ultima domanda. Rimasta senza risposta pratica, ma innaffiata da abbondante romanticismo: «A Catania c’è l’unico arco al mondo dedicato alla vittoria non di una guerra, ma nei confronti di una calamità naturale, l’eruzione dell’Etna nel 1669 – conclude il sindaco – È la porta Ferdinandea. Lì c’è un’incisione, Melior de cinere surgo, traducibile con Dalle mie ceneri rinasco più forte. Questo è il nostro modo di affrontare la vita». Anche senza doccia.