La tragedia è avvenuta domenica pomeriggio, quando Madalyn Lupoae e Iulian Gherghel sono entrati nel fiume per un tuffo e non sono più riemersi. I ragazzi stavano trascorrendo il pomeriggio tra un pic-nic e una battuta di pesca. Ad assistere alla terribile conclusione la comitiva e la madre di uno dei due
Simeto, i racconti sull’annegamento dei giovani «È durato pochi minuti, non li abbiamo più visti»
«È durato tutto pochi minuti, non ci siamo resi conto di quello che stava avvenendo: si stavano divertendo, giocando tra di loro e dopo non li abbiamo più visti». A parlare è la madre del 19enne Madalyn Lupoae, uno dei due rumeni – l’altro è il 25enne Iulian Gherghel – morti annegati ieri pomeriggio nel fiume Simeto, dopo essersi buttati in acqua per rinfrescarsi dalla calura di un’assolata domenica di maggio. L’abbiamo incontrata la sera stessa poco prima delle ore 23 davanti alla caserma dei carabinieri della compagnia di Paternò. I militari hanno seguito l’evolversi della vicenda sin dal momento in cui è scattato l’allarme lanciato dai connazionali dei due giovani. Una comitiva di cittadini di nazionalità rumena, composta da sei persone residenti a Paternò, tutti impiegati nelle campagne della piana di Catania. Il gruppo aveva deciso di trascorrere una giornata sulle rive del fiume per un pic-nic arricchito da una battuta di pesca.
La madre del 19enne, una donna sulla trentina che parla poco l’italiano, era presente nel momento della disgrazia ed ha assistito alla morte del figlio. La donna non ha retto al racconto dei fatti scoppiando in un pianto dirotto, confortata dal marito. A raccontare l’accaduto un amico di Madalyn, anche lui rumeno: «Iulian aveva sulle spalle il 19enne (che non sapeva nuotare) e insieme hanno deciso di camminare in acqua in un punto non profondo del fiume». Secondo il testimone in quella zona il Simeto sarebbe profondo meno di due metri. Sempre secondo lui, per gli amici non ci sarebbe stato nessun pericolo in quanto Iulian era «un bravo nuotatore. Non so cosa sia successo precisamente, sta di fatto che Madalyn è caduto in acqua. Forse preso dal panico e trovandosi in una zona il cui il terreno è fangoso, è scivolato in basso con Iulian che probabilmente avrebbe tentato di tenerlo. Sono riemersi qualche volta poi nulla non li abbiamo visti più e abbiamo chiamato i soccorsi», prosegue il ragazzo.
Ad assistere al racconto anche il fratello maggiore di Iulian il quale, mentre l’amico descriveva i fatti, riusciva a stento a trattenere le lacrime. I due corpi senza vita sono stati trovati dai sommozzatori dei vigili del fuoco del comando provinciale tra le ore 20 e le 20.30. Le operazioni di recupero e di indagini da parte dei carabinieri si sono concluse poco dopo la mezzanotte. Il magistrato di turno Rosaria Molè ha disposto il trasferimento delle due salme all’obitorio dell’ospedale Garibaldi centro, dove nelle prossime ore il medico legale, forse Giuseppe Ragazzi, potrebbe effettuare l’ispezione cadaverica sui corpi dei due ragazzi.