Aveva già trascorso otto giorni a piazza Lanza, nonostante l'età avanzata. Salvatrice Sentina era accusata di aver reso impossibile la vita di una giovane coppia di vicini. «Mi ha aggredito con un coltello e una picozza, ha tirato acqua e acido dal balcone e mi ha minacciato» racconta l'uomo. Il giudice ha scelto un compromesso
Signora di 80 anni va a processo per stalking Assolta, ma dovrà stare due anni in comunità
«La signora ha sposato un barone, è una persona per bene. Forse farà antipatia». Durante la sua arringa l’avvocato Marina Giuffrida ha descritto così Salvatrice Sentina, 80enne imputata per stalking davanti al Tribunale di Catania in seguito alle continue denunce dei vicini di casa. L’avanzata età della signora non le ha evitato l’accusa di aver reso la vita impossibile a una giovane coppia. E nemmeno un breve periodo di detenzione nel carcere di piazza Lanza. «Una volta – racconta Salvatore Borzì, il vicino – volevo controllare i serbatoi, dato che improvvisamente a casa non arrivava l’acqua. Il vano dove sono collocate le vasche era chiuso con un lucchetto; ho cercato di entrare ma sono stato aggredito con un coltello». E quello non sarebbe stato l’unico caso.
«Nel 2013 sulla nostra porta d’ingresso abbiamo trovato tracce di mercurio e ci siamo preoccupati – continua l’uomo – Un’altra volta è uscita con una picozza e voleva distruggere tutto. Ha disintegrato il tubo di scarico perché non voleva farci abitare in quella casa. Le aggressioni maggiori sono avvenute durante dei lavori; è arrivata a dirci “Vi faccio bruciare la casa e le macchine”». Il caso, poi, ha voluto che «a distanza di 20 giorni sono andate in fumo le due auto» di famiglia. Ma tra gli eventi rievocati in aula ci sono anche il lancio di acqua e acido dal balcone, gli attacchi ai figli sul pianerottolo e le minacce del tipo: «Io sono la mafia. A me danno tre mesi ma io ti faccio uccidere». La vita condominiale era difficile pure in presenza dei carabinieri, intervenuti sul posto in seguito alle segnalazioni e alle denunce.
Il giudice Enrico De Masellis, accogliendo la richiesta del magistrato, ha assolto l’anziana «perché il fatto è stato commesso in stato di infermità». Salvatrice Sentina dovrà però rimanere ricoverata per due anni in una struttura protetta dove le verrà garantita l’assistenza sanitaria. Non farà dunque rientro a casa e, per un po’, i suoi vicini non la vedranno in giro per il palazzo di via Garibaldi a Catania. A tirare un sospiro di sollievo sono soprattutto Rosa Stramandino e Salvatore Borzì. «Mi pare una sentenza molto equilibrata – dichiara l’avvocato Walter Rapisarda che ha assistito i coniugi, parte civile nel processo – perché prende atto da un lato della gravissima patologia psichica di cui è affetta la signora Sentina e dall’altro riconosce come la patologia costituisce una pericolosità sociale che impone un ricovero coatto e che consente ai miei assistiti di recuperare quella tranquillità che ingiustamente gli è stata sottratta per troppi anni».
Non si ritiene soddisfatta della sentenza l’avvocato Marina Giuffrida che ha difeso l’anziana imputata. «Aspetto di conoscere le motivazioni – ha affermato – L’unico problema della signora è l’età. A causa del suo problema psicologico, riscontrato dopo il reato, viene ritenuta colpevole soltanto per dei pensieri attribuiti dallo psichiatra. L’assoluzione si è avuta perché incapace di intendere e volere, non perché il fatto non sussiste». La legale sottolinea poi come alla salute mentale della signora non abbia certo giovato il periodo trascorso in carcere. «Nel maggio 2013 una vecchietta si trova i carabinieri che la portano a piazza Lanza. In otto giorni è andata in escandescenza. All’ospedale hanno riscontrato un’alterazione mentale, ovvia dopo le condizioni carcerarie».